L'Islam radicale rappresenta una minaccia non solo per la sicurezza del mondo occidentale ma anche per i suoi valori. Questa è la tesi sostenuta dal capo dell'esercito norvegese, Odin Johannessen, che lancia un monito ai Paesi europei: "Penso che dobbiamo essere pronti a combattere, sia con le parole, le azioni e, se necessario, anche con le armi per preservare il paese ed i valori che abbiamo in comune", ha detto Johannessen in un discorso alla Oslo Military Society.
Citando gli attacchi islamici a Parigi, Johannessen ha detto che “L'Europa non può più aspettarsi di vivere in pace e sicurezza, senza la necessità di difendere i propri interessi e valori” Il capo militare ha continuato a insistere sul fatto che avere soldati ben addestrati e adeguatamente attrezzati sarebbe fondamentale. “Non si può vincere le guerre senza avere soldati sul terreno”, ha affermato. E le osservazioni di Johannessen rispecchiano sentimenti simili espressi da altri funzionari militari in Europa. È il caso di André Blattmann, numero uno dell’esercito della Svizzera, che ha invitato il popolo svizzero ad armarsi, avvertendo che in Europa i rischi di disordini sociali stanno crescendo: "guerre ibride ovunque, armatevi", ha affermato Blattmann.
In un documento svelato la scorsa settimana, anche il capo dell’esercito svedese Anders Brännström ha ordinato alle sue truppe di prepararsi per una guerra in Europa contro avversari qualificati "Nel giro di pochi anni".
"L’ambiente globale che stiamo vivendo, come è dimostrato anche da decisioni strategiche (prese da politici) ci porta alla conclusione che potremmo essere in guerra nel giro di pochi anni", ha scritto Brännström.
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