Pubblichiamo una lettera inedita del 2000 scritta a se stesso da Luca Attanasio, ambasciatore italiano ucciso in un agguato in Congo il 22 febbraio 2021. Il documento, scritto dall’allora 23enne durante un ritiro spirituale dell’oratorio, è contenuto nel libro di Fabio Marchese Ragona «Luca Attanasio, storia di un ambasciatore di pace», pubblicato per le edizioni Piemme.
Caro Luca, come va?
Lo so. So che sei un bel po' stanco... il lavoro, il voler stare coi tuoi amici e far sempre tardi. Vabbe', avrai modo, forse un giorno, di riposare il corpo e la mente. Ma il tuo cuore? Dove ti sta portando? Verso dove viaggia? Te lo chiedo perché non mi sembra che tu abbia le idee chiare in merito. Ti vedo un po' perso e un po' frenetico. Stai diventando un uomo. Ma che uomo. Freddo e menefreghista? Sarà poi vero o è il momento? Lotta per ciò che vuoi. Non lo fai mai. Ti rassegni. Perché non ti accendi ed illumini chi ti sta intorno? Perché non ti lanci verso chi avrebbe realmente bisogno di qualche gesto di affetto? Non sei capace di fermarti, né di ascoltare, ascoltare te e gli altri. Mi sembra che tu vuoi essere sempre al centro dell'attenzione, forse un po' meno di qualche anno fa, ma sei ancora troppo preso da te stesso. Tant'è che non sai dar valore al bene fatto dagli altri. La tua riconoscenza spesso è insipida, passeggera, fatta solo di parole. Forse fai lo stesso anche con Gesù. Non provi ammirazione? Sì, ma a parole. Caspita! E poi ti fermi lì. Hai sempre un «sì, però...», pronto a farti passare sempre a qualche altra cosa. Ti distrai. E sono le cose meno serie, le più stupide a distrarti. Quanto sei preso dal tuo apparire, dal tuo essere un qualcosa che gli altri possano ammirare. Ma non ti fai schifo? Reciti per una ricompensa. Ma Gesù ha detto che non devi cercare la ricompensa delle tue azioni sulla terra. Nascondi, dietro l'umiltà, ogni tuo gesto di bontà. Fuggi dall'IPOCRISIA. Ma ami veramente il Signore? Sì? Cosa hai fatto per lui? A cosa hai rinunciato per lui? Sei un uomo che ha paura di solcare il mare in burrasca perché sei troppo attaccato alla tua vita, quella stessa vita che ti è stata data dalle mani di Dio. Sei troppo attaccato alle cose comode e belle. Alla vita comoda e bella che Dio ti ha regalato. Ma usa questa vita! Porta serena allegria. Forse per Dio non hai mai rinunciato a niente. O forse sì. In tal caso speriamo che LUI abbia una memoria (più grande) e migliore della tua e della mia. So che vuoi studiare, imparare e fare tanto bene agli altri. Ma devi capire bene in che modo. Tu credi di imparare a conoscere come ci si comporta in questo mondo e in particolare nel mondo degli affari per poi fare del bene immenso alle persone. Ma temo due cose: che ti attiri molto il guadagnare bene, l'essere ricco. Ma ancor di più l'essere ammirato ed apprezzato per il bene che fai. Chiedo scusa, chiedo perdono a Dio. Ma è così. Sappi che è così e vergognatene. Tu non ti accontenti di fare le cose in piccolo. Vuoi gratificarti per il successo di un qualcosa di grande. Vuoi creare una comunità, un'organizzazione o non so che altro per aiutare gli altri. Io spero che ce la farai. Spero soprattutto che ti resti la voglia di fare del bene. Non ti attaccare ai beni materiali. Non vanno molto d'accordo con le idee che hai di fratellanza. Sii strumento di pace. Fai del bene per gli altri. O meglio, vivi facendo del bene, sacrificando la tua comodità, per gli altri? No! E allora sei un chiacchierone. E Dio? Non entri realmente in contatto con lui. Egli è anche negli altri. Ma c'è anche lui. Dedicagli più tempo. Ama perché tutto ciò che fai per puro amore, con cuore disinteressato, è sicuramente giusto. Ama, senza riserve, dando il meglio di te. Dio ti ama. Dio ama e non giudica. Legge il tuo amore dalle labbra del tuo cuore. Impara a parlare d'amore. Impara ad ascoltare, anzitutto.
Questo è il primo passo.
Luca
Merate, 3 dicembre 2000
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