Le accuse girano da diversi giorni, da quando cioè il governo libico ha ufficializzato la richiesta di sostegno militare alla Turchia. A farle circolare sono soprattutto canali vicini a Khalifa Haftar e riguardano, nello specifico, la presenza di miliziani siriani portati in Libia per combattere al fianco del governo del premier Fayez Al Sarraj.
Adesso tali accuse sono state ulteriormente rilanciate dall'Osservatorio Siriano dei Diritti Umani, l'ong con sede a Londra che da anni segue il conflitto siriano: "Con la benedizione di Ankara, che sostiene il governo libico di stanza a Tripoli - si legge in una nota dello stesso osservatorio - circa 300 miliziani sono stati trasferiti dal territorio siriano controllato dalla Turchia alla Libia".
Secondo l'ong, anche tramite l'utilizzo di aerei di linea dal paese anatolico il governo turco sta permettendo il passaggio di decine di miliziani dalla Siria alla Libia. Il tutto sarebbe favorito dal fatto che i gruppi in questione sarebbero quelli finanziati da Ankara e dunque alle dirette dipendenze della Turchia, i quali negli ultimi anni hanno combattuto contro i curdi nel nord del paese siriano e, in particolare, nella zona di Afrin e dell'ex regione del Rojava.
"Un gran numero di soldati e combattenti che sono stati trasferiti in Libia - sostiene ancora l'Osservatorio siriano - provengono dal movimento Hazm, una fazione armata siriana che è stata disciolta diverso tempo fa". Ai membri di questo gruppo, molto vicino a posizioni islamiste, sarebbero stati offerti tra i 2.000 ed i 2.500 Dollari al mese per combattere a favore di Al Sarraj in Libia.
A dare maggior vigore alle accuse anche alcuni video che, come specifica il sito SpecialeLibia.it, mostrerebbero miliziani siriani filo turchi già arrivati in Libia. In queste immagini, in particolare, si sentirebbero combattenti parlare del contesto libico con un accento arabo non corrispondente agli idiomi più tradizionalmente sentiti nel paese nordafricano.
Dal canto suo però, il governo di Tripoli nelle scorse ore ha smentito seccamente ogni ipotesi di arrivo dei miliziani siriani al fianco delle proprie forze in Libia. Le autorità del governo di Al Sarraj infatti, avrebbero anche minacciato i giornalisti che pubblicano le immagini ed i video in questione di azioni legali. Secondo infatti l'esecutivo stanziato a Tripoli, le immagini non sarebbero autentiche e non rispecchierebbero la verità. Alcuni media vicini ad Al Sarraj, avrebbero inoltre dichiarato che i video proverrebbero in realtà dalla provincia siriana di Idlib e sarebbero stati descritti come immagini girate in Libia per screditare le autorità del paese.
Di certo però, a prescindere dagli episodi sopra descritti, l'incidenza della Turchia nel dossier libico appare in
costante aumento e, mentre si cerca di capire se Ankara abbia o meno già mandato miliziani siriani a sé vicini, il governo del presidente Erdogan già il prossimo 7 gennaio potrebbe inviare ufficialmente il proprio esercito.
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