Turchia pronta a portare le proprie truppe in Libia, ma da Mosca frenano

Il presidente turco Erdogan ha dichiarato che il prossimo 7 gennaio il parlamento voterà una mozione per l'invio di truppe in Libia, così come previsto dal memorandum tra Ankara e Tripoli entrato in vigore proprio in questi giorni. Ma da Mosca avvisano: "Niente ingerenze straniere"

Turchia pronta a portare le proprie truppe in Libia, ma da Mosca frenano

L’inizio del nuovo anno potrebbe riservare nuove ed ancora più importanti immediate novità sul fronte libico. Da Ankara infatti, trapelano notizie circa la possibilità che il parlamento voti già nei prossimi giorni a favore dell’invio di truppe in sostegno del governo di Tripoli.

A rivelarlo è stato lo stesso presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il quale nel corso di una conferenza stampa tenuta nella capitale turca ha espresso senza mezzi termini la volontà di portare all’attenzione dei deputati la norma volta ad impegnare l’esercito in Libia: “Il 7 gennaio – ha dichiarato Erdogan – appena riprenderanno i lavori in parlamento presenteremo un’apposita mozione”.

Dunque, il governo turco vuole accelerare i tempi per giungere quanto prima al definitivo via libera per l’invio dei propri soldati in Libia, circostanza questa che a sua volta sancirebbe la "consacrazione" di Ankara quale attore fondamentale nello scenario del paese nordafricano. Una notizia pessima per l'Europa ed in particolare per l'Italia.

Una volta presentata la mozione, il voto favorevole del parlamento appare scontato visto che Erdogan con il suo Akp e con gli alleati nazionalisti del Mhp ha saldamente in mano le redini della maggioranza.

Se dunque il prossimo 7 gennaio tutto andrà come nei piani previsti dal presidente turco, verrà messo il punto definitivo sul percorso iniziato il 27 novembre scorso, giorno in cui Erdogan ed il premier libico Fayez Al Sarraj hanno firmato il memorandum d’intesa tra i due paesi. Un accordo quello, destinato a cambiare gli equilibri sia all’interno del dossier libico e sia in ambito mediterraneo.

Infatti, il memorandum prevede tra le altre cose la definizione di nuovi confini marittimi tra le Zee, Zone Economiche Esclusive, di Libia e Turchia. Ma non solo: con l’intesa tra i due governi, l’esecutivo libico può richiedere in qualsiasi momento l’intervento dell’esercito di Ankara in sua difesa.

Circostanza quest’ultima già avvenuta: nei giorni scorsi infatti, il governo di Al Sarraj, che nel frattempo ha approvato il memorandum, ha chiesto aiuto militare contro l’esercito del generale Khalifa Haftar alla Turchia. Per questo motivo è possibile ritenere la mozione di cui ha parlato Erdogan, e che verrà votata dal parlamento il 7 gennaio prossimo, il traguardo del percorso iniziato il 27 novembre. L’invio di truppe da parte di Ankara, ha rappresentato per Erdogan sin da subito il vero fine ultimo del memorandum. Oggi questo progetto sembra essere prossimo al compimento.

Ma ci sono, a livello internazionale, non poche rimostranze. Se da parte europea è scontata la contrarietà a quanto previsto dal memorandum tra Turchia e Libia, hanno suscitato non poco clamore le reazioni arrivate da Mosca. Il Cremlino, che nel paese nordafricano è impegnato soprattutto nel sostegno ad Haftar, si è detto fortemente contrario all’eventualità dell’invio di truppe da parte della Turchia: “Qualsiasi tentativo di paesi terzi difficilmente fornirà un aiuto per una soluzione del conflitto”, si legge in una nota della presidenza russa. Da parte sua Mosca, che sul campo non ha propri soldati ma può vantare comunque la presenza di contractors della Wagner, ha dunque chiesto di evitare il coinvolgimento ufficiale di truppe di un altro paese in Libia.

I rapporti tra Turchia e Russia appaiono complessivamente buoni, specie in relazione al dossier siriano dove i due paesi hanno sottoscritto delle intese volte a certificare il cessate il fuoco di Ankara dopo l’operazione lanciata da Erdogan contro i curdi ad ottobre. Peraltro proprio il presidente turco vedrà Vladimir Putin ad Istanbul l’8 gennaio prossimo, il giorno dopo il possibile voto del parlamento per il via libera all’invio dei soldati in Libia.

Ed è a questo incontro che oramai si guarda con molto interesse per capire i prossimi scenari interni al dossier libico: la contrarietà di Mosca

all’invio di truppe da parte di Ankara, è un modo per provare a portare sul tavolo politico le discussioni sulla Libia. E porre le basi dunque per un possibile accordo tra le due parti proprio nel bilaterale di Istanbul.

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