Terrorismo, ancora. Dietro l'ennesima tragedia nei cieli europei, che ha abbattuto un aereo della Egyptair, ci sarebbe infatti un attentato terroristico. L'ipotesi più accreditata dagli esperti di sicurezza aerea e terrorismo ci sarebbe l'esplosione di una bomba caricata a bordo a Parigi grazie alla complicità di un dipendente dell’aeroporto Charles de Gaulle o della stessa compagnia egiziane. Ovviamente, non c'è ancora la certezza. Per questo, fonti di intelligence non hanno ancora scartato le eventualità che un kamikaze si sia fatto saltare a bordo, un tentato dirottamento, un cedimento strutturale o, addirittura, un missile lanciato da una nave militare.
Disastro aereo nel Mediterraneo su una rotta calda del terrorismo, fra Parigi e Il Cairo. L'Airbus A320 della Egyptair partito ieri sera con 66 persone a bordo dall'aeroporto parigino di Roissy Charles de Gaulle e atteso nella capitale egiziana dopo 4 ore è sparito dai radar attorno alle 2.45 mentre stava ancora sorvolando la Grecia. In serata una serie di notizie si sono susseguite sul ritrovamento dei rottami, annunciato prima dalla Grecia, poi confermato dall'Egyptair alla Cnn e poi smentito sia dalle autorità greche che dalla stessa compagnia aerea. Incidente o terrorismo? Una fatalità o un attentato, un'esplosione a bordo o un attacco dall'esterno? Tutte le ipotesi sono al momento in piedi e fino a sera non è arrivata alcuna rivendicazione. Che possa trattarsi di un attentato tutti l'hanno ipotizzato, nessuno l'ha sancito. Da qui l'ipotesi di un complice nello scalo parigino. Secondo la Stampa, "la bomba a bordo spiegherebbe sia la brusca perdita di quota che le virate dell’Airbus prima dello schianto in mare, come pure 'la palla di fuoco' osservata dai pescatori greci nel momento del disastro. Tutti dettagli che portano a ritenere meno probabile il cedimento strutturale, anche per la mancata comunicazione da parte di piloti di problemi in volo".
L'aereo proveniva dal Cairo, si era fermato sulla pista di Roissy circa un'ora e mezzo per le operazioni tecniche di rito e era ripartito. Nessuna allerta sulla sicurezza tecnica del velivolo, un Airbus come ne volano 6.700 in tutto il mondo, in condizioni perfette, consegnato dalla fabbrica alla compagnia nel 2003, 48.000 ore di volo accumulate. A gennaio era stato controllato in Belgio secondo i canoni europei. Il pilota aveva un'esperienza di 6.275 ore di volo, di cui 2.101 su quel tipo di velivolo, mentre il copilota aveva un'esperienza di 2.766 ore. "La teoria più plausibile è che sia stata introdotta a bordo una carica esplosiva, a basso potenziale ma in grado di provocare uno squarcio nella carlinga - spiega alla Stampa Omer Laviv, esperto di sicurezza aerea e Chief Operations Officer della società israeliana Athena GS3 - l'esplosione non era in grado di disintegrare il velivolo, ma ha provocato danni sufficienti a farlo precipitare". La detonazione avrebbe, quindi, messo fuori uso un motore. "L’aereo ha sbandato a sinistra e ha perso quota - continua Laviv -. Il pilota ha cercato di riprendere il controllo e ha virato a destra, ma si è avvitato e ha continuato a precipitare".
Adesso è importante capire dove c'è stata la falla nella sicurezza. Nel giro di 24 ore l’Airbus ha fatto scalo ad Asmara, in Eritrea, a Tunisi, e poi al Cairo. Al Charles de Gaulle, conferma Laviv, "tutti gli aerei vengono passati al setaccio dalla sicurezza dopo l’atterraggio e prima del successivo decollo. Solo quando c’è il via libera i passeggeri possono salire". Il "complice" potrebbe, quindi, essere un dipendente dello scalo o della compagnia.
"Dopo gli attentati di Parigi, 57 sospetti simpatizzanti jihadisti hanno perso l’autorizzazione a lavorare al Charles de Gaulle - si legge ancora sulla Stampa - insider job è anche l’ipotesi più probabile per l’attentato che il 31 ottobre ha causato lo schianto di un aereo della russa Metrojet sul Sinai, 224 morti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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