Il lockdown di Parigi certifica il fallimento di Macron

La Francia non riesce a lasciarsi alle spalle la fase più dura della pandemia e ad eliminare il Covid-19, un ospite ormai sgradito che, però, non è ancora intenzionato ad alzare bandiera bianca.

Il lockdown di Parigi certifica il fallimento di Macron

Parigi ed altri sedici dipartimenti della Francia saranno in lockdown per un periodo di quattro settimane a partire dal 21 marzo. Il confinamento, come spiegato dal primo ministro Jean Castex, si è reso necessario a causa del significativo aumento dei pazienti ricoverati in terapia intensiva e dell'incidenza in diverse parti del paese.

Tra queste ci sono la regione della capitale, il nord-est della Francia e quelle aree della costa mediterranea, come Nizza e Cannes, dove è già in vigore il lockdown nel fine settimana. Le regole del confinamento sono, in realtà, poco stringenti e prevedono che si possa uscire di casa senza limiti di tempo, durante il giorno, purchè si resti in un raggio di 10 chilometri dalla propria abitazione. Le scuole resteranno aperte ed i ragazzi potranno continuare a frequentare anche i corsi sportivi. Chiuderanno tutti i negozi non essenziali ma resteranno aperte, tra gli altri, librerie, negozi di musica, barbieri e parrucchieri. Rimangono aperti anche i luoghi di culto ed il coprifuoco inizierà, in tutto il paese, alle sette di sera e non più alle sei come era sinora. Gli abitanti dei sedici dipartimenti non potranno spostarsi in altre regioni della Francia se non per motivi imperativi e dovranno portare con sè, quando escono di casa, un'autocertificazione che li identifichi. Le restrizioni potrebbero essere estese, qualora il Covid-19 diventi ancora più pericoloso, anche ad altri dipartimenti francesi.

La strana strategia di Macron

La Francia, che ha registrato più di trentacinquemila casi nelle ultime ventiquattro ore e che si trova di fronte alla terza ondata della pandemia, versa in una situazione paradossale. Il presidente Macron è contrario ad un lockdown nazionale, che sarebbe il terzo dopo quelli del marzo e del novembre 2020 e ritiene che la chiusura generalizzata potrebbe avere gravi ricadute sulla salute mentale dei francesi e sul sistema economico. Per evitare questo sviluppo ha fatto ricorso ad una serie di strategie alternative che vanno dalla chiusura di bar e ristoranti, decisa ad ottobre, alla proclamazione di un coprifuoco nazionale alla metà di dicembre, anticipato alle 18 a partire da gennaio e ad una serie di lockdown regionali, come nel nord e nella Riviera francese.

I possibili rischi delle nuove chiusure

Il capo di Stato ha scelto di non ascoltare i suggerimenti del Comitato Scientifico, dei suoi stessi ministri e non si è dimostrato flessibile. La diffusione della variante inglese, che all'inizio di marzo contribuiva a quasi la metà delle nuove infezioni, ha messo Macron alle strette e lo ha costretto, in un certo senso, ad ammettere il proprio fallimento. In prima battuta perchè la cattiva gestione della campagna vaccinale e la terza ondata hanno costretto Parigi ed altre parti della Francia ad un nuovo lockdown e questa decisione è destinata a rivelarsi gravida di conseguenze.

In seconda battuta perchè le restrizioni, piuttosto leggere, non riusciranno ad arginare gli incontri in privato tra i cittadini cioè le occasioni in cui il virus può diffondersi con più facilità. I francesi sono esasperati e Macron ne è consapevole ma forse, in questa circostanza, bisognava agire con più durezza anche per evitare di prolungare per mesi il peso di limitazioni e privazioni di libertà. La mano morbida dell'Eliseo può, paradossalmente, rivelarsi controproducente e prolungare l'agonia di una Francia che è sempre più inquieta e che può trasformarsi in una polveriera alla prima occasione.

I rischi in vista delle presidenziali del 2022

Macron deve iniziare a preoccuparsi delle elezioni presidenziali che si svolgeranno nel 2022. Un recente sondaggio realizzato da Harris Interactive ha evidenziato che al primo turno tanto il Capo di Stato uscente quanto la principale sfidante, Marine Le Pen, sono accreditati dello stesso numero di voti.

Il presidente potrebbe ancora farcela al ballottaggio, dove dovrebbe ottenere il 53% dei voti contro il 47% della rivale, ma il margine è molto stretto e tutto potrebbe cambiare qualora l'emergenza sanitaria prenda una piega inaspettata.

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