L'ombra dei figli del "narco" El Chapo dietro agguato in Messico

Cinque soldati sono rimasti uccisi e dieci feriti venerdì nell'attacco a un convoglio

Poliziotti sul luogo di un omicidio a Ciudad Juarez
Poliziotti sul luogo di un omicidio a Ciudad Juarez

Era mattina prestoa Culiacan, nello Stato settentrionale di Sinaloa, quando un gruppo di uomini armato ha aperto il fuoco contro un convoglio di militari dell'esercito del Messico, uccidendone cinque e ferendone altri dieci.

Un bilancio pesante per i militari, che hanno visto le granate piovere sui propri mezzi, due dei quali hanno preso fuoco, secondo quanto ha raccontato il comandante incaricato della zona, il generale Alfonso Duarte.

Un agguato in piena regola, che secondo le informazioni che cominciano a emergere sarebbe stato messo in atto dai figli di El Chapo, il narcotrafficante Joacquin Guzman, attualmente in carcere nel Paese.

Quando il convoglio militare è stato attaccato stava trasportando un detenuto, Julio Ortiz, preso a Badiraguato, la città natale di Guzman, e accusato di avere avuto un ruolo nello scontro in atto tra Aureliano Guzman, "fratello" di El Chapo, e Alfredo Beltran, leader del cartello

rivale Beltran Levya.

Ortiz è stato preso dagli uomini che aggredito il convoglio. Ciò che non è chiaro è se chi ha attaccato i militari fosse "amico" o nemico del detenuto. E dunque quale possa essere stata la sua sorte.

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