«Georgy», sul telefonino, aveva centinai di selfie. Ma ce n'era uno che sprizzava tutta la gioia dei suoi 18 anni. Era il clic insieme con Ariana Grande, la cantante che le riempiva la vita di sogni.
La colonna sonora dell'esistenza di Georgina Callander, 18 anni, prima vittima identificata nella carneficina di Manchester si è spezzata proprio mentre la «sua» Arianna stava eseguendo l'ultimo pezzo. Georgina, per «prudenza», aveva deciso di avviarsi verso l'uscita. E, paradossalmente, questo eccesso di zelo le è stato fatale.
L'esplosione nel foyeur l'ha investita in pieno. A pochi metri c'era la madre ad attenderla. Georgina le aveva promesso che alle 22.30 in punto sarebbe stata da lei per tornare a casa insieme. E invece la mamma l'ha attesa invano. Anche lei ferita leggermente dalla deflagrazone. Mamma e figlia erano ricoverate nello stesso ospedale. Ma nessuno delle due lo sapeva. La mamma è stata dimessa dopo poco; per Georgina non c'è stato invece niente da fare. Poi quella maledetta telefonata della polizia al signor Callander, il padre di «Georgy»: «Sua moglie sta bene, sua figlia è morta». Il giorno prima del concerto, Georgina aveva twittato alla sua regina pop: «Molto emozionata di vederti domani». «Georgy» studiava per diventare assistente sanitaria e sociale, era al secondo anno di università.
«Avevo incontrato Georgina, era giovane e dolce», ha detto l'attore Sean Maguire, che interpreta Robin Hood. Neppure l'eroe della foresta di Sherwood ha salvato la ragazza dall'inferno del Manchester Arena.
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