"Dal tentato golpe in Turchia possono arrivare solo guai". Enrico Mentana affida a Facebook il suo commento su quanto avvenuto ieri in Turchia, dove l'esercito ha tentato un golpe a danno del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. I motivi del colpo di stato non sono ancora chiari, ma i più lo riconducono all'islamizzazione dello stato laico turco condotta negli ultimi anni dal presidente. Islamizzazione mal vista dall'esercito, che costituzionalmente è l'organo a garanzia della democrazia turca. Mentana spiega che la vicenda adesso potrebbe paradossalmente rafforzare ulteriormente il capo dello stato, lasciandogli la strada libera per portare a compimento il suo programma politico.
"Un Erdogan ancor più forte di prima - scrive il direttore del Tg La7 - (ipotesi al momento molto probabile) avrebbe mano libera contro i suoi oppositori e contro le minoranze interne, curdi in primis, e in una ambigua politica mediorientale". La Turchia si trova al centro tra l'Europa e i paesi del medioriente. La sua posizione è cruciale, così come centrale è stato il ruolo di Erdogan nella questione migranti negli ultimi mesi. "Una situazione di guerra civile trasformerebbe in una polveriera il paese-filtro tra occidente e mondo islamico, e importerebbe il terrorismo dai vicini Siria e Iraq".
Il giornalista conclude puntando il dito contro i paesi della Nato che nelle prime ore, stando a quanto riferito da fonti americane, avrebbero addirittura negato l'asilo politico al presidente turco e che hanno finito per appoggiarlo a golpe fallito.
"E i grandi paesi alleati con la Turchia nella Nato - conclude Mentana - hanno mostrato la loro incertezza, facendo i pesci in barile nelle ore iniziali del golpe e appoggiando Erdogan solo quando è stato chiaro che era tornato in pista".
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