Sanzioni per i Paesi che rifiutano di accogliere le quote di migranti previste dall'Unione Europea: lo promette il commissario Ue per le migrazioni Dimitris Avramopoulos in un'intervista a La Stampa.
Il politico greco titolare delle deleghe per gli affari interni, le migrazioni e la cittadinanza lancia un ultimatum a quei governi - e sono tanti - che si sono rifiutati di adempire alle direttive di Bruxelles in materia di ricollocamenti. Grecia e Italia, infatti, gemono sotto il peso dell'accoglienza riservata a decine e decine di migliaia di richiedenti asilo che, in base al regolamento di Dublino III, sono obbligati a presentare domanda di protezione internazionale nel primo Stato dell'Unione in cui mette piede.
"È vero, è stato un anno e mezzo di delusioni amare - ammette Avramopoulos - Ma tra qualche mese (in autunno, ndr) questo programma si concluderà e allora sarà il momento per tutti noi di prendere delle decisioni: spero di non avere bisogno di procedure di infrazione, perché quello che è stato deciso è legalmente obbligatorio e vincolante per tutti i Paesi membri dell'Ue. E per il futuro sono fiducioso"
Al 14 gennaio scorso dei 160mila migranti che gli Stati membri avrebbero dovuto espatriare da Grecia, Italia e Ungheria, erano stati ricollocati solo 272, pari allo 0,17%. I posti messi a disposizione dagli Stati erano invece 4237, pari al 2,5% del totale.
Avramopoulos promette un accordo con la Libia
Ma se da un lato non è facile redistribuire i migranti sparsi nei Paesi "di primo ingresso", dall'altro lato è ancora più complesso impedire nuovi arrivi in massa dai confini meridionali dell'Unione. Qui, la preoccupazione maggiore riguarda il Mediterraneo centrale.
Per quanto concerne la Libia, il commissario Ue alle migrazioni promette "massimo supporto" al governo di Tripoli per il controllo delle frontiere meridionali del Paese, con l'assicurazione di fornire "tutti gli equipaggiamenti necessari".
Proprio ieri, parlando al termine della prima riunione del Gruppo di contatto Europa-Africa settentrionale tenutasi a Roma, Avramopoulos ha auspicato che anche in Libia si possa replicare un accordo simile a quello stretto un anno fa con la Turchia e che effettivamente ha ridotto gli ingressi irregolari attraverso la rotta balcanica da 10mila a non più di 50 al giorno.
Mentre ha escluso, almeno per il momento, la possibilità di un rimpatrio dei migranti verso la Tunisia, ma per contro ha ricordato come la Ue abbia già stanziato 200 milioni per bloccare i flussi dall'Africa, di cui 90 milioni destinati alla sola Libia.
Uno sforzo che tuttavia, per il momento, non è valso a molto: dall'inizio dell'anno, il numero dei migranti entrati in Europa dalla rotta libica è ancora superiore al 2017. Fino ad ora, quest'anno sono sbarcati in Italia 23mila profughi: il 40% in più rispetto allo stesso periodo del 2017.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.