A una platea di 12mila laureati della Rutgers University in New Jersey, Barack Obama illustra la sua visione del mondo come antitetica a quella di Donald Trump che ambisce a succedergli alla Casa Bianca. Il presidente degli Stati Uniti non menziona mai per nome il tycoon candidato per la nomination repubblicana, ma lo incalza sui suoi cavalli di battaglia elettorali affermando che le sfide di un mondo in rapido cambiamento non si affrontano alzando muri.
L'attacco arriva su più fronti. Non appena se ne chiude uno, se ne apre un altro. Ma Trump sembra avere le spalle larghe. Ne esce a testa alta persino dall'assalto gossipparo del New York Times che ieri ha pubblicato un'inchiesta sul "difficile rapporto" con le donne. Nel pezzo, frutto di sei settimane di lavoro in cui sono state ascoltate oltre 50 donne che hanno avuto rapporto con lui, sono emerse sia accuse di comportamnti sgradevoli che giudizi positivi. "Il fallimentare New York Times ha scritto un altro pezzo su di me - replica - tutti sono impressionati da come io tratto carinamente le donne e loro non hanno trovato nulla. È uno scherzo. Tutti ne stanno ridendo. Ho dato loro molti nomi di donne che ho aiutato ma si sono rifiutati di usarli". E accusa il Nyt di non scrivere nulla sulla "vera storia dei Clinton (sia Bill che Hillary, ndr) e le donne".
Non fa a tempo a parare il colpo che gli piove addosso un nuovo attacco. Questa volta le accuse gli arrivano dal presidente degli Stati Uniti in persona. "Non sarà un muro a fermarli - ha detto Obama - il punto è che per aiutare noi stessi abbiamo bisogno di aiutare gli altri, non chiudere il ponte levatoio per tenere il mondo fuori". Quindi la stoccata: "In politica e nella vita l'ignoranza non è una virtù. Non è fico non sapere di cosa si sta parlando. Ciò non significa dire le cose come stanno, non è una sfida al politicamente corretto, ma semplicemente è non sapere di cosa si sta parlando".
Parte del partito repubblicano non si dà per vinto e cerca ancora l'anti-Trump. Il Washington Post riferisce, citando fonti dello stesso Grand Old Party, che alcuni esponenti del partito, esasperati dal tycoon e capeggiati da Mitt Romney, stanno lavorando alacremente alla ricerca di una alternativa, con gli sforzi intensificatisi nell' ultima decina di giorni, nella consapevolezza che se qualche possibilità c'è, la partita deve chiudersi entro due settimane, dopodichè ogni tentativo sarà di certo vano. I nomi su cui si punta sono il senatore del Nebraska Ben Sasse, un conservatore tra i più critici verso Trump, e il governatore dell'Ohio, John Kasich, il moderato per eccellenza tra i contendenti Gop che si è ritirato dalla corsa lo scorso quattro maggio.
Ed è una battaglia questa che si consuma tutta dietro le quinte e lo scontro più efferato riguarda in particolare lo "zoccolo duro" del commando anti-Trump, che include quelli dello slogan "Never Trump" con qualcuno che accarezza perfino l'idea di optare per Hillary Clinton in una ipotetica sfida finale tra l'ex first lady e il tycoon di New York.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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