Moldavia, migliaia in piazza contro il governo

L’opposizione chiede le dimissioni del presidente accusato di corruzione

Moldavia, migliaia in piazza contro il governo

Che la Moldavia fosse candidata a diventare il prossimo focolaio di tensioni in Europa, lo aveva già detto, anzi scritto, chiaro e tondo Thorbjorn Jagland, ex premier norvegese e segretario generale del Consiglio d’Europa, in un articolo a sua firma apparso sul New York Times all’inizio di Agosto. E oggi, al quarto giorno di proteste ad oltranza contro il governo di Valeriu Strelet e con un Paese sull’orlo della destabilizzazione politica, le sue parole appaiono profetiche.

Diviso fra europeisti e sostenitori dell’integrazione eurasiatica, il piccolo Stato di circa quattro milioni di abitanti schiacciato tra Romania e Ucraina, si trova ad affrontare una crisi politica provocata dall’estremo livello di corruzione delle élites politiche filo-Ue, che potrebbe rappresentare un fallimento per Bruxelles, che sulla Moldavia ha puntato attraverso lo strumento del Partenariato Orientale.

Corruzione, recessione economica, svalutazione del leu – la moneta locale – e scarsa libertà di stampa sono alcuni degli elementi che hanno esasperato la popolazione della Repubblica. Ma, in particolare, la miccia che ha innescato le proteste di migliaia di persone di fronte al palazzo del governo nella capitale, iniziate domenica scorsa e degenerate anche in scontri con la polizia, è stato lo scandalo della scomparsa di un miliardo di dollari – che per il Paese, uno dei più arretrati d’Europa, rappresenta circa il 10% del Pil – dalle casse dei tre principali istituti di credito del Paese, sul quale sta indagando la società "Kroll". Il misterioso trasferimento di denaro, ribattezzato tra l’opinione pubblica come “la truffa del secolo”, ha provocato una pesante svalutazione del leu, nonché l’indignazione della popolazione e dei manifestanti che ormai considerano il caso come l’emblema del fallimento delle istituzioni verso i propri cittadini.

L’opposizione al governo che è scesa in piazza nella capitale moldava è raggruppata attorno alla piattaforma civicaDA”, Dignità e Verità, guidata da Vasily Nastase, e chiede le dimissioni del presidente della Repubblica, Nicolae Timofti, e dei principali dirigenti delle banche nazionali responsabili della sottrazione della somma di denaro pubblico. Dimissioni che sono state negate ieri dallo stesso presidente, che ha ammonito la piazza sui rischi della creazione di un vuoto di potere nel Paese. Tra le richieste dell’opposizione vi sono anche la convocazione di elezioni anticipate prima della scadenza di marzo 2016, e l’elezione del presidente con voto diretto. Il leader di Dignità e Verità, che sostiene il processo di integrazione con l’Unione Europea, ha inoltre annunciato l’intenzione di fondare un nuovo soggetto politico sotto la guida dell’ex ministro dell’istruzione Maia Sandu.

Il Cremlino, secondo quanto ha riferito il portavoce di Putin, Dmitrij Peskov, segue "con attenzione l'evolversi degli eventi in Moldova". Proprio all’inizio di Agosto infatti, il governo di Strelet aveva definito la Russia un partner importante per il Paese, e Mosca, come Bruxelles, ha tutto l’interesse di ristabilire dei rapporti privilegiati con quello che era il “proprio cortile di casa”, dopo l’avvio del processo di integrazione europea e la firma dell’accordo di integrazione economica della Moldavia con l’Ue firmato nel 2014. In più c’è la questione della Transistria, di fatto indipendente dal 1990, dove la Russia mantiene circa un migliaio di soldati dopo il conflitto del 1992 e dove è presente una forte minoranza russa, che ha fatto formale richiesta, dopo il referendum in Crimea nel 2014, di tornare sotto la sovranità di Mosca. Per questo molti si affrettano a paragonare quello che sta succedendo a Chisinau al Maidan ucraino. Paragone per ora respinto proprio da Nastase, che ha detto di voler ottenere la destituzione pacifica dei vertici moldavi.



Intanto continua la protesta e, come documenta l'agenzia russa Ria Novosti, sono ancora 250 le tende che formano l’accampamento nel centro della capitale moldava. Sebbene il numero di manifestanti sia diminuito nella mattinata di oggi, infine, gli organizzatori della protesta promettono che tornerà ad aumentare nel pomeriggio.

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