Tra una quindicina di anni il mondo sarà trascinato in una nuova guerra mondiale. Le barbarie dei tagliagole dello Stato islamico non sono che un indicatore del disordine internazionale crescente. Disordine segnato, secondo Luigi Bonanante, professore emerito di relazioni internazionali, già presidente del corso di laurea in Scienze internazionali e diplomatiche dell'università di Torino, anche dal declino degli Stati Uniti, dal perdurare della crisi finanziaria, dall'implosione dell'Unione europea e dalla rapida ascesa della Cina.
"Tutti vedono l'Isis - dice Bonanante a LaPresse - come il grande nemico dell'umanità. Ma certo non è il più grande pericolo". Oggi gli Stati Uniti sono in una fase di declino, mentre la Cina è in ascesa. E la Russia non si rassegna a diventare una potenza regionale. Una situazione decisamente instabile. Bonanate sviluppò la "teoria della guerra costituente" secondo cui ogni settant'anni circa un conflitto ridefinisce gli equilibri. Non una guerra locale, o legata a un interesse specifico, come il Vietnam, o l'Iraq, ma una guerra che ristabilisce i rapporti di forza, come la guerra franco-prussiana del 1870 o la prima o la seconda guerra mondiale. "Oggi gli Stati Uniti sono sempre meno al centro - spiega - Obama forse è l'interprete di questo declino. Non riesce a governare il mondo. Non abbiamo più un ordine internazionale solido. Quell'ordine lì è stato distrutto. Abbiamo creduto che fosse un bene. E allora era un bene, perché migliorò la situazione dei diritti umani e civili in tanti Paesi. Ma un po' per volta siamo entrati in una fase di crescente anarchia. Non c'è più nessun puntello, c'è solo disgregazione continua".
Una degenerazione che tanti studiosi, anche sulla base dell'ascesa della Cina, immaginano negli anni Trenta porterà alla prossima guerra mondiale. Altro che lo Stato islamico. "L'Isis - conclude Bonanante - è uno dei tanti indicatori del disfarsi del nostro mondo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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