Il terrorismo islamico e la paura scatenata dagli attacchi di Parigi minacciano la fiducia dei cittadini europei e potrebbero minare la ripresa, ancora esposta a rischi a livello internazionale e non abbastanza robusta da reggere a troppe scosse. Quello lanciato dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, non è un vero e proprio allarme quanto un invito, condiviso in pieno dal premier Matteo Renzi, a non farsi prendere dal panico, a non cambiare abitudini di vita (e di spesa) e, sopratutto, per quanto riguarda le istituzioni e il governo, a non farsi cogliere impreparati da eventuali ripercussioni, anche economiche, del clima negativo seguito alla strage dell'Isis. Eppure, nel timore di nuovi attentati il ministero israeliano dell'Istruzione sconsiglia adesso vivamente alle scolaresche di recarsi in visita nella maggiori capitali europee.
Renzi condivide la preoccupazione che questo clima pesante possa bloccare il percorso di ripresa già avviato in Italia dei consumi interni. Tuttavia, sottolinea che "il messaggio che l’Italia può dare è quello positivo di ripartenza, certo senza sottovalutare i rischi che ci sono". "Non sottovalutiamo niente. - si affretta a precisare - certamente c’è un clima diverso rispetto a quello di un mese fa, anche nelle attese dei consumatori. Ma la vera questione oggi - conclude parlando delle stime pil - non è certamente come finisce il dato dello zero virgola, su cui peraltro confermiamo al momento le previsioni, ma una grande scommessa identitaria e culturale. Cioè che se l’Italia, se l’Europa si chiude in casa, hanno vinto loro, ha vinto quelli che vogliono il terrore". Eppure, aldilà dei buoni propositi, la paura cresce. Dalla serata di venerdì 13 novembre qualcosa, però, è innegabilmente cambiato. Tanto che si moltiplicano le veline che invitano i turiti a non visitare le capitali europee. I primi a lanciare l'allarme erano stati gli americani. Adesso, a stretto giro, è la volta degli israeliani. "Gli istituti scolastici che malgrado l’avvertimento ufficiale intendessero egualmente inviare scolaresche in Europa - ha avvertito oggi il ministero dell'Istruzione - faranno bene ad evitare le città maggiori, a non ricorrere ai trasporti pubblici e a non consentire in alcun caso agli allievi di spostarsi da soli".
Questi provvedimenti non riguardano esclusivamente la Polonia dove, invece, proseguono le consuete visite studio di scolaresche israeliane nelle località dove si è compiuto lo sterminio di ebrei nella Seconda Guerra Mondiale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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