La nuova paranoia di Putin si chiama Covid

Una nuova paranoia assale i pensieri di Vladimir Putin: la paura di contrarre il Covid. Lo afferma il biografo inglese dello Zar, Mark Galeotti, in un'analisi a 360 gradi sulla situazione che sta vivendo il Cremlino

La nuova paranoia di Putin si chiama Covid

Anche gli amici e i consiglieri più stretti lo hanno visto pochissimo in questi giorni. Con molti ha preferito non vedersi in udienza "faccia a faccia". Si è limitato ad una videochiamata. Perché Putin rifiuta, quando possibile, gli incontri vis a vis? Una nuova paranoia mette ansia allo Zar: la paura di contrarre la variante Omicron del Covid-19. L'analisi l'ha fornita a quotidiano inglese DailyMail Mark Galeotti, tra i più importanti esperti del Regno Unito sulla Russia e biografo di Putin. Oltre alla sfilza di malattie che lo Zar potrebbe avere come abbiamo visto recentemente, si è aggiunta l'ansia per Sars-CoV-2.

La paura del virus

Con le conversazioni video da remoto, il presidente russo è facilitato nel troncare quando vuole tutte le conversazioni sconvenienti come è successo qualche settimana fa con la governatrice della banca centrale, Elvira Nabiullina, che ha tentato di dare le dimissioni in diretta Zoom dopo la disapprovazione dell'invasione in Ucraina. Putin non solo ha rifiutato, ma ha troncato la chiamata immediatamente. Anche in quell'occasione, il mancato incontro dal vivo potrebbe essere stato provocato dalla paura di contrarre il Covid-19 che, sebbene dia effetti molto leggeri nella maggior parte dei casi nei vaccinati, in persone con il sistema immunitario compromesso o con altre patologie, sappiamo bene che la malattia può essere di portata diversa.

"Non tollera chi lo contraddice"

L'analista ha spiegato che il suo crescente nervosismo è palpabile quasi in ogni occasione. "Non tollera il dissenso o qualsiasi opinione che contraddica la sua. Ma intorno a lui, nelle sale del potere di Mosca, c'è una crescente inquietudine". Secondo alti funzionari del Cremlino, l'invasione dell'Ucraina da parte potrebbe essere stato un errore "catastrofico" e condannare la Russia ad anni di isolamento. In modo agghiacciante, Galeotti afferma che non sarebbe nemmeno così remoto il ricorso all'uso di armi nucleari tattiche. "Tali critiche vengono da entrambe le parti, dai nazionalisti e dai tecnocrati socialmente più liberali dai falchi e dalle colombe, dalle uniformi e dai completi". I nazionalisti, invece, appoggiano la convinzione di Putin che l'Ucraina dovrebbe essere respinta nella sfera di influenza della Russia, separandola dall'Occidente, ma sono inorriditi da quanto sia andata male la guerra.

Di chi si fida lo Zar

I veri consiglieri di Putin si contano sulle dita di una mano: tra questi c'è il segretario del Consiglio di sicurezza, Nikolai Patrushev. Ex capo dell'Fsb (polizia segreta russa), Patrushev fa sembrare Putin un pacifista mentre la maggior parte degli altri consiglieri e ministri del presidente non sono "putinisti", secondo le affermazioni di Galeotti. Però, stanno lì e lo ascoltano perché la loro prima priorità è la propria pelle.

"Se un numero sufficiente di loro diventa così alienato e spaventato da essere pronto a organizzare un ammutinamento, un colpo di stato al Cremlino non è più impensabile - afferma - Ma ci vorrebbe un'alleanza di figure di spicco dell'esercito, del governo e dei servizi di sicurezza".

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