La strategia dell'Isis "sta diventando globale". È quello che emerge dal rapporto dell’Europol, l'ufficio di Polizia Europeo, diramato a margine della riunione informale dei ministri degli Interni dell’Unione europea.
Secondo il documento ci sarebbero 5 mila foreign fighters, tutti uniti e pronti a colpire l'Europa. Un'allarme vero e proprio. Secondo gli esperti gli jihadisti starebbero "preparando nuovi attacchi terroristici, anche nello stile di quello recente a Mumbai, da attuare nell’Ue e in particolare in Francia". Inoltre "gli attacchi saranno anzitutto diretti a obiettivi ordinari, per sfruttare l’impatto che questo genera".
Torna quindi la paura attentanti, lo stesso direttore di Europol Rob Wainwright ha confermato quello che si legge nel documento. "L'Isis sta programmando attacchi su larga scala in Europa". Come se non bastasse, secondo le analisi, i terroristi "hanno una forte capacità di mettere a segno attentati su larga scala" spiega Wainwright.
Torna quindi la paura attentati, ma sappiamo contro chi combattiamo. L'Europa prova a reagire alla paura. Come? Attraverso il centro antiterrorismo europeo (Ect). Dalle varie capitali europee arrivano dai 40-50 esperti in seno a Europol. Gli obiettvi sono chiari e semplici: coordinamento fra le Intelligence, la creazione di un data base comune e il sostegno alle inchieste nazionali sui casi di terrorismo. E la conferma del lavoro arriva ancora dal direttore di Europol: "Tutti i Paesi Ue lavorano per prevenire".
Stando alle stime di Europol, i foreign fighters schedati nei database dell’Intelligence europeo sarebbero 3700. Oltre al numero che di per sé è allarmante, il fattore che preoccupa di più gli esperti emerge dalle analisi sul comportamento. Personaggi "attenti allo stile europeo" che in molti casi, come si legge sul rapporto della polizia europea, "almeno uno su cinque è stata diagnostica una malattia mentale, mentre l’80% ha avuto precedenti penali".
Dettaglio che non viene trascurato dall'intellicence e nemmeno da possibili reclutatori che "è possibile usino questi indicatori per fare proseliti". Infatti con questo particolare stato mentale "è più facile convincerli che facendosi esplodere potranno morire da martiri". Non solo, infatti da quanto emerge lo Stato Islamico avrebbe sviluppato "un commando di azione esterna addestrato per attacchi stile forze speciali nello scenario internazionale".
Il rapporto Europol spiega che "gli attacchi di Parigi e le indagini sembrano indicare un passaggio verso una strategia più ampia di globalizzazione dell'Isis, di attacchi in modo specifico contro la Francia, ma anche la possibilità di attacchi contro altri Stati membri Ue in un prossimo futuro".
Ebbene sì, la Francia sarebbe ancora nel mirino dei terroristi: "Ci sono tutte le ragioni per aspettarsi che l'Isis, o terroristi che si ispirano all'Isis o un altro gruppo terroristico ispirato da motivi religiosi, possa condurre di nuovo un attacco in Europa, in particolare in Francia, con lo scopo di provocare morti di massa tra la popolazione civile".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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