Un nuovo raid Usa in Iraq. Ucciso leader milizie filo-Iran

Un nuovo attacco nella notte ha causato la morte di uno dei comandanti delle milizie fedeli a Teheran. E la tensione sale

Un nuovo raid Usa in Iraq. Ucciso leader milizie filo-Iran

Gli attacchi Usa in Iraq non si fermano. Dopo il missile che ha centrato a Baghdad l'auto su cui viaggiava Soleimani, generale delle Guardie della Rivoluzione iraniane, la notte scorsa un nuovo raid firmato Washington ha messo nel mirino esponenti dei ribelli iracheni (fedeli all'Iran) in Iraq. Come riporta la tv di Stato irachena, l'attacco di questa notte ha colpito il il comandante delle Forze di Mobilitazione Popolare (Hashd Al Shaabi). L'identità del comandante non è stata rivelata ma di fatto la cosa certa è che nell'attacco ci sarebbero morti e feriti. Inoltre, secondo Press Tv, emittente iraniana, nel corso dell'attacco sarebbe stato ammazzato Shibl al Zaidi, il capo delle Brigate Imam Ali, una milizia che fa parte delle Pmu e che è totalmente allineata con le indicazioni che arrivano da Teherean.

Con lui sarebbero stati uccisi anche il fratello e le cinque guardie del corpo. Immediatamente dopo l'attacco si sono riunite sul luogo del raid alcune forze di mobilitazione sciite che come è noto sono appoggiate da Teheran. Intanto dopo il raid contro Soleimani, l'ambasciatore iraniano all'Onu Takht Ravanchi, in una lettera al segretario generale Antonio Guterres e al collega del Vietnam Dang Dinh Quy, presidente di turno del Consiglio di Sicurezza, scrive che "l'assassinio del generale Qassem Soleimani è un esempio evidente di terrorismo di Stato e, in quanto atto criminale costituisce una grave violazione dei principi di diritto internazionale, compresi quelli stipulati nella Carta delle Nazioni Unite. Comporta quindi la responsabilità internazionale degli Usa". I venti di guerra però continuano a soffiare. Di fatto le parole di Trump pronunciate davanti alla Nazione sono state durissime. Infatti il presidente degli Stati Uniti ieri ha parlato di "fine del regno del terrore" e ha mandato un messaggio chiaro all'Iran: "tava organizzando imminenti e sinistri attacchi contro diplomatici e militari americani. Lo abbiamo preso e lo abbiamo eliminato. Abbiamo agito per fermare una guerra, non per iniziarla". Infine va sottolineato che gli Stati Uniti avevano già dispiegato 750 truppe della stessa unità.

Il nuovo schieramento comprenderà il resto della brigata, circa 3.000 soldati. E alcune truppe che si trovano in Italia, alla base di Vicenza, sono già state allertate per un impiego in Libano. La crisi che tiene il mondo col fiato sospeso non è affatto finita...

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