Adesso è ufficiale: dopo un lungo “inseguimento”, dal 2015 è finalmente (si fa per dire) Caracas la città più violenta al mondo.
Con oltre 119,87 omicidi ogni 100mila abitanti, la capitale del Venezuela ha infatti scalzato dal primo posto l’honduregna San Pedro Sula – dal 2011 al 2014 la città più violenta al mondo – e quest’anno ferma ad “appena” 111,03 morti ammazzati sullo stesso campione di popolazione.
Un’enormità se pensiamo che, a Roma, Milano, Napoli ed in tutte le nostre città, da anni si registra meno di un omicidio l’anno (sempre ogni 100mila abitanti)
A rendere noti i dati è il Consejo Ciudadano para la Seguridad Pública y la Justicia Penal (CCSPJP), un’istituzione non governativa messicana specializzata in diritti umani e che ogni anno redige un rapporto dettagliato sulle 50 metropoli più violente al mondo.
Che Caracas abbia superato San Pedro Sula in quanto a “macelleria umana” purtroppo non stupisce e significa almeno due cose.
La prima è che a nulla è servito smettere di trasmettere dati ufficiali ai mass-media sugli omicidi commessi nella capitale venezuelana e vietare ai quotidiani la pubblicazione delle immagini più crude degli ammazzamenti - una misura presa qualche anno fa dal governo venezuelano per a) proteggere i minori da immagini cruente b) evitare l’effetto emulazione e, soprattutto c) nascondere il problema. Per sapere infatti quanti morti ammazzati ogni giorno ci sono a Caracas, infatti, basta fare la conta alla morgue di Bello Monte.
La seconda considerazione che può essere fatta sul triste record di Caracas è il gran numero di armi, anche di grosso calibro, finiti negli ultimi anni nelle mani delle gang che controllano le periferie sulle alture circostanti il centro storico cittadino e che gestiscono ogni tipo di traffico illecito, a cominciare dallo spaccio di droga e dal contrabbando. L’idea del chavismo sull’argomento era di chiudere un occhio se non proprio tutti e due affinché il popolo in armi difendesse la rivoluzione – inizialmente erano i collettivi organizzati su cui, col tempo, il regime ha però perso progressivamente il controllo. Le conseguenze di questa strategia ha portato ad una conseguenza logica: l’aumento esponenziale della delinquenza comune e, per “osmosi”, degli omicidi.
Da sottolineare, infine, che ben 21 delle 50 città più
violente al mondo sono brasiliane e che appena ai piedi del podio, al quarto posto, c'è la messicana Acapulco, un tempo meta del turismo più esclusivo, oggi dilaniata dalla violenza narcos.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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