Ora fanno tutti i maestrini con Trump: "Semina odio come la Le Pen"

Trump propone un temporaneo divieto di entrata negli Stati Uniti per i musulmani. Insorgono tutti contro di lui. Anche i repubblicani all'attacco: "È contro i valori del partito". Dall'Europa lo paragonano alla Le Pen. E i musulmani già pensano a una fatwa contro di lui

Ora fanno tutti i maestrini con Trump: "Semina odio come la Le Pen"

Islamici e maestrini del politically correct in campo contro Donald Trump. I leader di Francia e Regno Unito hanno reagito male alla boutade del candidato repubblicano che, dopo la strage islamista di San Bernardino, ha proposto di vietare l'ingresso negli Stati Uniti ai musulmani. "Trump, come altri, alimenta l’odio: il nostro unico nemico è l'islamismo radicale", è il tweet di Manuel Valls che paragona Trump alla leader del Front National, Marine Le Pen. "Inutile e semplicemente sbagliato", ha invece detto David Cameron. Che di tanto in tanto Trump si lasci andare a boutade strampalate è vero. Come è vero, però, che tutti i maestrini del politically correct non ancora trovato la ricetta giusta per sconfiggere il terrorismo islamico.

Dalla Casa Bianca a Hillary Clinton, fino a una lunga schiera di candidati repubblicani: il fronte delle critiche alla controversa uscita di Trump si è allargato di ora in ora. Il candidato alla nomination repubblicana ha invocato "una totale e completa chiusura" delle frontiere per tutti i fedeli islamici, come reazione alla strage di San Bernardino. "Se non verrà realizzata l’idea di un temporaneo divieto di entrata negli Stati Uniti per i musulmani, ci saranno altri attacchi contro l’America". In una intervista alla Cnn, Trump ha rincarato la dose e ha lanciato un netto avvertimento agli americani rievocando lo spettro degli attentati dell'11 settembre 2001. "Vedrete molti, molti altri World Trade Center e probabilmente anche di più - ha spiegato - vivono all’interno del nostro paese, ma vogliono abbattere i nostri edifici e schiacciare le nostre città". Al candidato alle primarie repubblicane non importa nulla cosa possa pensare il Grand Old Party del progetto di un bando temporaneo agli immigrati musulmani. "Possiamo chiudere gli occhi - ha tuonato - possiamo mettere i paraocchi, ma io di solito non lo faccio".

In un tweet la Clinton, favorita nella corsa democratica alla nomination per la Casa Bianca, ha definito l'idea di Trump "riprovevole, preconcetta e divisiva". Analoghe critiche sono giunte anche dai rivali repubblicani di Trump, come il governatore del New Jersey Chris Christie, l’ex governatore della Florida Jeb Bush e il senatore Marco Rubio. "Questo non è conservatorismo - ha condannato di Paul Ryan, lo speaker repubblicano e leader della maggioranza alla Camera negli Stati Uniti - questa proposta non rappresenta i valori del nostro partito e i valori di questo Paese". Perfino l’ex vice presidente Dick Cheney, uno dei "falchi" dell’amministrazione di George Bush, si è scagliato contro Trump, affermando che la proposta del miliardario "va contro tutto ciò per il quale ci battiamo e in cui crediamo". Nella polemica è intervenuta anche la Casa Bianca, che attraverso il portavoce Josh Earnest ha affermato che Trump sta "attingendo a un lato oscuro, un elemento oscuro e tenta di giocare con le paure della gente per ottenere sostegno per la sua campagna". Ma saranno gli elettori americani a decidere chi ha ragione.

Anche dai musulmani non è mancata la condanna alle parole di Trump. La Dar al-Iftaa egiziana, l’istituto che si occupa di diffondere in Egitto le fatwa, si è subito unita al coro di critiche. "La percezione ostile dei musulmani aumenterebbe le tensioni nella società americana - ha scritto - ingiusto punire tutti i musulmani per colpa di un gruppo di estremisti. Estremismo e terrorismo non dovrebbero essere catalogati in collegamento a una religione o a un Paese". Durissima anche la reazione della comunità musulmana negli Stati Uniti.

"Trump è anti-americano, è incosciente - ha detto Nihad Awad, direttore esecutivo del Council on American-Islamic Relations - sembra più il leader di un gruppo di linciaggio che il leader di una grande nazione come la nostra".

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