Ora i repubblicani convocano Facebook e Twitter: "Troppo di parte"

I repubblicani accusano le piattaforme social, Facebook e Twitter in particolare, di essere animate da un pregiudizio anti-conservatore. La rabbia del gop è esplosa dopo la censura dell'inchiesta sul figlio del candidato dem Joe Biden

Ora i repubblicani convocano Facebook e Twitter: "Troppo di parte"
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Troppo schierati con i democratici. Il Presidente della commissione giudiziaria del Senato, il repubblicano Lindsey Graham, ha annunciato a Politico che intende convocare i Ceo delle piattaforme social Facebook e Twitter, accusate dal Gop di essere animate da un pregiudizio anti-conservatore. Graham vuole vederci chiaro dopo che Facebook e Twitter hanno deciso di limitare la diffusione di un articolo-inchiesta del New York Post, entrato in possesso di email che riguardano il candidato dem Joe Biden e suo figlio, Hunter. Come riporta l’agenzia Nova, i messaggi di posta elettronica rivelerebbero che Hunter Biden, figlio del candidato democratico Joe, presentò a suo padre un alto dirigente di Burisma, la società energetica ucraina in cui lavorava, prima che l’allora vice presidente Usa facesse pressioni sui funzionari del governo di Kiev affinché licenziassero un procuratore che stava indagando sull’azienda.

L’incontro, mai rivelato prima d’ora, secondo il tabloid sarebbe menzionato in un messaggio che un membro del board di Burisma, Vadym Pozharskyi, avrebbe inviato a Biden Jr il 17 aprile 2015, circa un anno dopo che Hunter era entrato nel consiglio con uno stipendio che arrivava ai 50 mila dollari al mese.

Facebook e Twitter censurano l'inchiesta sul figlio di Joe Biden

Graham ha confermato che la commissione del Senato da lui presieduta ha in programma di votare martedì per costringere Dorsey - Ceo di twitter - a testimoniare in merito alle accuse che gli sono piovute contro da parte del partito repubblicano. Il senatore Josh Hawley, Presidente della sottocommissione giudiziaria sul crimine e il terrorismo, è andato oltre e ha chiesto all'intera commissione di autorizzare anche la citazione in giudizio per Mark Zuckerberg. Come sottolineato già su InsideOver, in merito all'inchiesta su Hunter Biden, non si comprende quale sia il criterio che Facebook e Twitter hanno seguito per prendere questa decisione. In questi anni, sono uscite migliaia di notizie non verificate contro il Presidente Usa Donald Trump che citavano "fonti anonime"; per non parlare dell’epopea del Russiagate, che si è tradotto con un nulla di fatto. Perché le inchieste contro Trump non sono mai state censurate e questa sì? Come minimo, ci troviamo dinanzi a uno squilibrio davvero preoccupante per le sorti della democrazia.

L'accusa dei repubblicani: "I social penalizzano i conservatori"

Lo scorso maggio, per la prima volta, Twitter aveva definito i tweet di Donald Trump "potenzialmente fuorvianti". La sensazione che i social network tutelino maggiormente la libertà di opinione degli utenti "progressisti" a discapito dei conservatori è largamente diffusa all'interno del Gop e dell'opinione pubblica repubblicana: tesi confermata anche dall'atteggiamento a dir poco partigiano assunto dai social media nella vicenda che riguarda ad Hunter Biden e l'affaire Burisma.

Quando invece c'è da punire i conservatori, infatti, le piattaforme social non ci pensano due volte. Lo scorso 6 ottobre, Facebook ha deciso di chiudere tutti gli account, pagine e gruppi legati al movimento cospirazionista QAnon, sia sulla piattaforma principale che su Instagram.

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