Unioni civili, ora è ufficiale: il Family Day si farà il 30 gennaio

Il presidente del comitato organizzatore a ilGiornale.it: "Restituiremo a Renzi nel referendum istituzionale di ottobre lo stesso sgarbo che sta facendo a noi oggi portando avanti a tutti i costi questa legge iniqua"

Unioni civili, ora è ufficiale: il Family Day si farà il 30 gennaio

“Dopo un lungo lavoro preparatorio, possiamo comunicare ufficialmente la data della nuova mobilitazione: sabato 30 gennaio si terrà a Roma una grande manifestazione di popolo a difesa della famiglia e del diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà”, lo annuncia in comunicato stampa il Comitato Difendiamo i Nostri Figli, organizzatore dello stesso Family Day dello scorso 20 giugno in piazza San Giovanni. L’appuntamento del popolo pro-famiglia naturale questa volta, si legge nella nota, sarà per la mattina, alle 11.30. Il percorso della manifestazione contro il ddl Cirinnà, a ridosso del suo approdo in Senato, previsto per il 28 gennaio, è però ancora da definire.

“Sarà una manifestazione apolitica e aconfessionale”, spiega il presidente del comitato organizzatore, Massimo Gandolfini, raggiunto al telefono da ilGiornale.it, che però, aggiunge, non potrà non avere conseguenze politiche per il governo. “Visto che Renzi ha dichiarato che lega la sua vita politica al referendum sulle riforme istituzionali di ottobre, ad ottobre, quando ci sarà questo famoso referendum ricorderemo chiaramente al popolo i nomi delle forze politiche che erano presenti al Family Day e restituiremo al premier lo stesso sgarbo che lui ha fatto a noi volendo portare avanti a tutti i costi questa legge iniqua”, ha spiegato a ilGiornale.it Gandolfini.

“L’87% degli italiani è contrario alle adozioni gay” prosegue il presidente del comitato, “e all’equiparazione delle unioni civili con il matrimonio”. "Per questo", spiega Gandolfini riguardo il rischio che una manifestazione successiva ad una possibile approvazione del ddl in Senato possa sembrare inutile,“è necessario rappresentare al premier e a tutte le forze politiche che il comune sentire della gente non corrisponde alle iniziative politiche del governo”. “Con la scorsa manifestazione (quella del 20 giugno, ndr) abbiamo ritardato di 6 mesi il dibattito della Cirinnà in Senato, e del resto”, conclude, “insistere giova ed è comunque importante”.

Intanto arrivano le prime adesioni di esponenti politici. Parteciperanno con molta probabilità esponenti di tutto il centro destra, a partire da Forza Italia, al cui interno, ha dichiarato Maurizio Gasparri, è “emersa una linea chiara” per il “voto contrario al disegno di legge Cirinnà”, per le ragioni emerse nella riunione dei gruppi parlamentari, ovvero “l'equiparazione delle unioni civili al matrimonio, il via libera ad adozioni che potrebbero poi, a colpi di sentenze ed interpretazioni, aprire la strada all'utero in affitto". Anche Lega, Area Popolare e Fratelli d’Italia, sosterranno con tutta probabilità quella che sarà, stavolta, una marcia e non una manifestazione statica come fu lo scorso 20 giugno. Contro la stpechild adoption perché "legalizza l'utero in affitto", si schiera anche il gruppo Ala (Alleanza Liberalpopolare-Autonomie), come ha comunicato in una nota il senatore Pietro Langella, membro della Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza.

“Sarà la più grande manifestazione di sempre a difesa della famiglia e del diritto di ogni bambino ad avere una mamma e un papà” scrive Mario Adinolfi, uno degli organizzatori della manifestazione di piazza San Giovanni sul suo profilo Facebook.

Alla manifestazione prenderanno parte anche ospiti stranieri, impegnati nella promozione e difesa della famiglia naturale. “Posso confermare che l’ambasciatore del Word Congress of Family alle Nazioni Unite, S.E. Alexey Komov, si è immediatamente offerto di venire in Italia per un tour di conferenze in difesa della famiglia e dei bambini, in sostegno della Marcia” ha anticipato a ilGiornale.

it Toni Brandi, di Pro Vita, una delle associazioni che partecipa all’organizzazione del Family Day. “Dobbiamo fermare questa legge ingiusta, discriminatoria, pretestuosa e anticostituzionale” continua Toni Brandi, dando appuntamento anche lui, come gli altri, in piazza a Roma per la mattina di sabato 30 gennaio.

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