La distruzione c'è stata e l'area interessata dalle esplosioni è quella che da tempo gli archeologi avevano indicato come la più a rischio, perché anticamente con un significato religioso, un fatto sufficiente a farne, per gli uomini dell'Isis, un obiettivo.
Sono ora foto satellitari fornite da un'agenzia delle Nazioni Unite a confermare che l'edificio principale del tempio di Bel a Palmira, oasi siriana nelle mani del sedicente Stato islamico da maggio, è stato raso al suolo. Vittima dell'esplosione un edificio con duemila anni di storia e un valore archeologico inestimabile.
Le nuove immagini dei resti romani parlano di un monumento che non esiste più. E se in precedenza il responsabile delle Antichità e dei musei per il governo di Damasco, Maamoun Abdulkarim, aveva detto che sulla distruzione del tempio di Bel c'erano ancora informazioni discordanti, ora la nebbia si è definitivamente diradata.
L'analisi comparativa di immagini nuove e dello scorso 27 agosto, realizzata da UNOSAT (Operazione Satellitare delle Nazioni Unite), ha permesso di capire che la struttura principale del tempio e un colonnato nelle immediate vicinanze non sono più in piedi.
A Palmira l'Isis non ha preso di mira soltanto le opere d'arte.
A metà del mese scorso i jihadisti hanno decapitato Khaled Asaad, archeologo e direttore delle antichità nel sito siriano. "Quando ha deciso di restare sapeva che l'avrebbero ucciso - ha detto di lui Samaan Daoud, sentito dal Giornale - ma probabilmente non gliene importava più nulla. Per lui la vera morte sarebbe stata abbandonare Palmira".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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