Il mondo ieri guardava l'Armenia per sapere se papa Francesco avrebbe usato la parola genocidio per ricordare quanto avvenuto nel 1915 nell'Impero ottomano ai danni degli armeni. Il Pontefice nel suo primo giorno nel Paese caucasico, non solo ha adoperato il termine che la Turchia condanna e punisce con il carcere, ma si è spinto oltre dicendo: '' Quel genocidio inaugurò purtroppo il triste elenco delle immani catastrofi del secolo scorso, rese possibili da aberranti motivazioni razziali, ideologiche o religiose, che ottenebrarono la mente dei carnefici fino al punto di prefiggersi l’intento di annientare interi popoli». E poi, prima di citare i grandi orrori del secolo concluso, partendo dal genocidio armeno e nominando la Shoah, il nazismo, lo stalinismo e pure i massacri in Ruanda, Burundi e Balcani, Papa Francesco, in merito alle tragedie passate, ha concluso puntualizzando: ''mentre le potenze internazionali guardavano dall’altra parte''.
Oggi di prima mattina, mentre il sole illuminava la città e il biblico monte Ararat si ergeva alle spalle di Yerevan, il Pontefice insieme al catholicos Karekin II e al presidente armeno Serzh Sargsyan, si è recato al Tzitzernakaberd, il Memoriale del genocidio, letteralmente '' la fortezza delle rondini''. Una camminata nel silenzioso del viale del Memoriale, a disturbare l'assoluto rigore difronte alla memoria, solamente le macchine fotografiche dei giornalisti accorsi per assistere all'evento. Due schiere di bambini ai lati e il Santo Padre in mezzo e, una volta arrivato alla fiamma perenne, ecco che si è inchinato e ha recitato il Padre Nostro.
Poi, sempre all'interno del luogo del ricordo e sopra la terrazza del museo del genocidio, Francesco, ha aperto il Libro d'onore e ha scritto, '' Qui prego, col dolore nel cuore, perché non vi siano più tragedie come questa, perché l'umanità non dimentichi, sappia vincere con il bene il male. Dio conceda all'amato popolo armeno e al mondo intero pace e consolazione. Dio custodisca la memoria del popolo armeno, la memoria non va annacquata né dimenticata, la memoria è fonte di pace e di futuro".
Prima di partire in direzione di Gyumri il Papa è stato salutato
dai presenti che hanno alzato uno striscione, dove in spagnolo , in modo diretto ed essenziale era espressa tutta la loro riconoscenza: '' Gracias! Padre Santo por reconocer el genocidio armeno''.Papa Francesco è la speranza per l'Armenia- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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