"Discutiamo sul Donbass...": la svolta ucraina per la pace

La vicepremier ucraina, Olga Stefanishyna, ha affermato che ci sono ancora i margini per sedersi a un tavolo e sottoscrivere degli accordi con Putin

"Discutiamo sul Donbass...": la svolta ucraina per la pace

Anche se l'Ucraina non ha altre opzioni che "la vittoria" ed è più compatta che mai contro l'invasore russo, la possibilità di una trattativa sul Donbass non appare più un'ipotesi così remota: è quanto ha detto la vicepremier di Zelensky, Olga Stefanishyna, ex ministra della giustizia e attualmente delegata all'Integrazione Euro-Atlantica in un'intevista a La Stampa. "La parte ucraina ha dichiarato chiaramente che l’integrità territoriale è una linea rossa per noi. Tuttavia, potrebbero esserci degli accordi per preservare lo status quo come era prima dell’invasione del 24 febbraio". Facciamo un passo indietro, però: la Stefanishyna ha sottolineato come il suo Paese sia compatto "e non si arrenderà mai" ma l'escalation del conflitto è tale da richiedere un tavolo di trattative con Putin.

"Rimaniamo aperti ai negoziati"

Anche se i russi hanno commesso indicidibili crimini di guerra, la diplomazia può ancora funzionare se c'è la volontà da ambo i lati. Anche perchè non si potrà continuare ad andare avanti all'infinito così. Ecco perché "l’Ucraina rimane impegnata nei negoziati. All’ultimo round, la parte ucraina ha presentato le sue proposte sul nuovo sistema di garanzie di sicurezza per Kiev". La palla, adesso, passa al Cremlino: se vuole continuare la sua esclation militare, "raggiungere la pace non sembra possibile", spiega la vicepremier. Ecco perché è fondamentale "che l’Ucraina abbia abbastanza armi per difendersi", aggiunge.

Il timore dopo il Moskva

Adesso che la nave militare punta di diamante dei russi è affondata, il Moskva, come potrà evolvere il conflitto? "Non temiamo rappresaglie ma sappiamo che la Russia continuerà gli attacchi" fin quando l'Occidente non troverà le giuste contromisure. Si fa tanto parlare degli aiuti all'Ucraina, ma l'invasore russo ha attaccatto 196 ospedali e distrutto 300 asili oltre a strade, ponti, aereoporti. Obiettivi che, di militare, non hanno nulla. In questa fase del conflitto, spiega la vicepremier, ci si aspetta "un’operazione di terra su larga scala nella parte orientale. E un altro tentativo di prendere Kharkiv. Abbiamo intercettato conversazioni di soldati russi che dicono che in caso di rifiuto della popolazione ucraina di “essere liberata”, tutto sarà raso al suolo", spiega Stefanishyna.

Cosa può fare l'Ue

"Leadership e coraggio", sono le parole che l'Ucraina si aspetta dall'Ue e dalla Nato. "L’isolamento diplomatico e politico della Russia deve continuare", afferma la delegata. Ecco perché l'auspicio è che continuino le sanzioni alla Russia ma si può fare di più: "chiediamo ai leader Ue di imporre l’embargo sul commercio di petrolio e gas. È l’unico modo per fermare il flusso di denaro alla macchina militare russa". Da questo puntio di vista, l'Ucraina confida nella forza europea che possa far in modo che si riesca nell'intento. Alla domanda su Putin spiega che il suo tentativo di guerra lampo è fallito, non sta vincendo "ma il conflitto è lungi dall’essere finito". Nessuna paura del nemimo ma farsi trovare pronti ad affrontare la "minaccia strategica che la Russia pone alla sicurezza euro-atlantica, alla libertà e alla democrazia in Europa".

"Orgogliosa delle donne ucraine"

Infine, da donna, una parola d'elogio per le donne ucraine di cui Olga Stefanishyna si dice "orgogliosa" e che "saranno una parte importante della nostra vittoria". Gli stupri e ogni altro dolore che i soldati russi hanno provocato alle donne sono state una prova di forza di signore giovani e meno giovani "che hanno sopportato orribili abusi dai soldati russi, hanno rischiato la vita per proteggere i bambini, aiutato i deboli a sopravvivere. Una ragazza di 14 anni è stata violentata da 5 soldati russi. Ora è incinta". Ad oggi, i numeri ufficiali dicono che i russi hanno perpetrato oltre tremila stupri.

Molte donne, poi, sono entrate a far parte del gruppo militare ucraino entrando nelle forze armate. "Questa è una delle cose che il Cremlino non capisce: siamo uniti e mobilitati per proteggere il nostro diritto di essere indipendenti", conclude.

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