Terremoto politico in Libano a seguito delle proteste delle ultime ore scoppiate dopo la devastante esplosione di martedì scorso nel porto della capitale che ha provocato la morte di oltre 160 persone e centinaia di dispersi. Dopo le dimissioni del ministro della Giustizia libanese Marie-Claude Najm e del responsabile delle Finanze, Ghazi Wazni, arrivate dopo quelle dei ministri dell’Informazione e dell’Ambiente, è arrivato l'annuncio atteso da ore: si è dimesso il governo del premier Hassan Diab, primo ministro del Paese dallo scorso gennaio. Governo che era già sotto accuse e scosso da importanti manifestazioni per la graei crisi economica che ha colpito il Libano, che la pandemia da Covid-19 non ha fatto altro che aggravare. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata proprio l'esplosione devastante di martedì scorso, che ha costretto il governo alle dimissioni, concretizzatesi oggi pomeriggio. Il ministro della salute Hamad Hassan ha parlato con i giornalisti alla fine di un incontro di Gabinetto: "L'intero governo si è dimesso", ha detto. Diab, ha sottolineato, andrà al palazzo presidenziale "consegnare le dimissioni a nome di tutti i ministri". Al termine della riunione, il vice premier e ministro della Difesa, Zeina Akar, ha dichiarato che il disastro provocato dalla duplice esplosione avvenuta martedì scorso nel porto di Beirut "ha reso necessarie le dimissioni dell'esecutivo". Akar ha auspicato la rapida formazione di un nuovo governo "onesto ed efficace". Il premier parlerà al Paese alle 19.30 ora locale (le 18.30 in Italia).
Il leader cristiano maronita in Libano: "Dimissioni inutili"
Secondo quanto riporta l'agenzia Adnkronos, il leader cristiano maronita delle Forze libanesi, Samir Geagea, ha definito "inutili" le dimissioni del governo del premier Hassan Diab. E questo perché, secondo Geagea, "chi ha formato questo governo formerà anche il prossimo. E di conseguenza la situazione non cambierà". Per questo, ha dichiarato il leader delle Forze libanesi dopo un incontro con una delegazione del Partito Socialista Progressista, "il nostro obiettivo è quello di risolvere il nocciolo del problema, che è in Parlamento". Secondo Geagea, per uscire dalla situazione attuale servono quindi "elezioni parlamentari anticipate ai sensi dell'attuale legge".
Le proteste
Come spiegato da Futura D'Aprile su InsideOver, le manifestazioni in Libano sono iniziate a ottobre del 2019 per chiedere la rimozione della classe politica dirigente, il superamento del sistema settario e l’indipendenza del Paese dall’influenza più o meno diretta di Stati terzi, oltre a riforme sociali ed economiche che aiutassero il Libano a superare un periodo particolarmente critico. Le proteste avevano costretto il premier Saad Hariri a dimettersi, ma le speranze della popolazione circa un reale rinnovo della politica si sono ben presto rivelate vane.
Dopo mesi di incertezza e di instabilità, il ruolo di primo ministro è stato affidato a Hassan Diab, ex ministro delle Comunicazioni con forti legami con l’Iran e ben lontano dal leader indipendente richiesto a gran voce dai manifestanti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.