Il giudice Pablo Llarena della Corte suprema spagnola ha respinto la richiesta della Procura generale per spiccare un mandato d'arresto europeo contro l'ex presidente della Generalitat Carles Puigdemont. La procura spagnola aveva chiesto di riattivare il mandato d'arresto europeo contro l'ex presidente della Generalitat catalana che si trova da poche ore in a Copenaghen, in Danimarca, per participare a un dibattito organizzato dall'università della capitale.
La richiesta è stata fatta al giudice della Corte suprema spagnola, Pablo Llarena, lo stesso dunque che il cinque dicembre scorso ritirò i mandati d'arresto internazionali a carico di Puigdemont e altri 4 ex ministri catalani , lasciando però in vigore quelli sul territorio spagnolo.
Puigdemont si trova infatti da 80 giorni in Belgio proprio per evitare il fermo. Intanto arriva proprio in queste ore la notizia che il presidente del Parlamento catalano, Roger Torrent, ha proposto il leader catalano come presidente della Generalitat, sostenendo che dopo i colloqui avuti la scorsa settimana, è l'unico candidato proposto e quello che ha "più sostegno".
Il leader catalano ha dichiarato a margine del convegno all'università danese di voler "formare il nuovo governo" della Catalogna. Una volontà, la sua, che "prescinde dalle minacce di Madrid". Ma il governo spagnolo non ha intenzione di mollare il pugno duro contro l'ex presidente della Generalitat. Il Segretario di Stato per i Rapporti con il Parlamento, Josè Luis Ayllòn, ha infatti avvertito "in modo tondo e chiaro" Torrent che Puigdemont non può essere un candidato perchè il regolamento non consente "un'investitura telematica, nè per delega".
Oltre a proporre il presidente della Generalitat per l'investitura, Torrent ha inviato una lettera al primo ministro, Mariano Rajoy, per indire una riunione in cui affrontare la situazione "anomala" della camera regionale.
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