In Russia si sarebbe messa in moto una vera e propria campagna anti-Ucraina. Questo almeno quanto riferisce oggi La Stampa, che racconta come a Mosca sia stato eliminato il cartello che indicava la svolta verso l'albergo Ucraina dal ponte Novoarbatsky.
Nella capitale russa, infatti, si trova un hotel di oltre 206 metri che ha proprio il nome della nazione oggi in aperto conflitto con la Federazione russa, ma da qualche giorno al posto del cartello che segnalava la sua presenza si troverebbe ora un pannello che fornisce indicazioni sul parcheggio. Secondo il quotidiano torinese, il nome Ucraina sarebbe stato tolto per non arrecare disturbo a certe personalità altolocate, compreso il presidente Vladimir Putin.
L'albergo Ucraina, ultimato nel '57 e battezzato da Nikita Krusciov, successore di Stalin, aveva fra l'altro già cambiato nome. Oggi, infatti, si chiama Radisson Collection Hotel Moscow, ma secondo La Stampa qualcuno del municipio di Mosca sarebbe voluto correre ai ripari, eliminando ogni residua traccia dell'antico nome. Non solo. Lo stesso quotidiano afferma che in Russia ormai la parola "Ucraina" è divenuta impronuncinabile e che sui social network si starebbe addirittura facendo ironia sull'hotel, dicendo che Putin, frustrato dalla guerra ancora in corso, potrebbe arrivare a prendersela con l'edificio al posto del Paese nemico.
Secondo La Stampa, che parla di "cancel culture" russa, anche il monumento al poeta nazionale ucraino Taras Shevshenko sarebbe a rischio, ed in alcuni ambienti si starebbe già riadottando il nome di Novorossiya per alcuni territori dell'Ucraina, per la precisione quella fascia dell’Ucraina meridionale un tempo appartenuta alla Russia imperiale.
Ma gli esempi riportati dal quotidiano del gruppo Gedi per corroborare le accuse di "cancel culture" russa non finisco qui. Si parla anche di interferenze nei futuri manuali scolastici. Per la precisione, secondo il media indipendente russo MediaZona, alla casa editrice Prosveschenie sarebbe stato chiesto di menzionare l'Ucraina il meno possibile. Ed anche le parti sulla Rus' di Kiev sarebbero state ridotte.
E ancora, fra le notizie che circolano, si dice che la città di Murmansk sia arrivata a cambiare i colori del proprio stemma, blu e giallo, mentre a Yakutsk avrebbero addirittura smontato gli spalti dello stadio, sempre per via dei colori.
La Stampa riferisce poi che a Mosca un passante sarebbe stato arrestato perché sorpreso ad andare in giro con un paio di scarpe blu e gialle, mentre una donna di nome Natasha Tyshkevich sarebbe finta dietro le sbarre per 15 giorni per aver postato lo
stemma ucraino sul proprio blog. Viene infine citato l'arresto del 61enne Mikhail Kavun, che secondo la Tass sarebbe però finito in manette con l'accusa di aver finanziato l'organizzazione estremista ucraina Right Sector.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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