Non solo la Siria, Bagdad, Teheran o il Cairo, ma anche Roma. Suona quasi come una minaccia il titolo con cui Yeni Akit (Nuova alba), quotidiano turco islamista e decisamente a favore del presidente Recep Tayyip Erdoğan, racconta dello sviluppo - ancora in corso - dei missili Bora, a cui la Roketsan sta lavorando da otto anni.
Il quotidiano non è nuovo a titoli che fanno discutere, più per il loto taglio politico esagerato che per il contenuto degli articoli pubblicati. Non è un caso che sulle stesse pagine campeggiasse, dopo l'attentato di Capodanno a Istanbul, un fotomontaggio che identificava in Barack Obama il responsabile di quella strage.
Ora un nuovo articolo, che descrive i progressi nello sviluppo del sistema balistico nazionale, riportati anche da molti altri quotidiani, titola su un "missile nazionale in grado di raggiungere Roma", citando la capitale italiana insieme a una manciata di città mediorientali che potrebbero essere colpite "entro il raggio minimo" di cui Bora sarebbe capace.
Il titolo provocatorio, scrive su Al Monitor l'analista militare Metin Gurcan, è stato interpretato da alcuni come un messaggio non troppo subliminale inviato ai Paesi europei. Lo stesso autore ricorda come da tempo i media turchi siano pieni di notizie sul settore della difesa che non sono necessariamente false, sono quantomeno di molto esagerate e spesso redatte da persone con una minima conoscenza del settore.
Ancora l'Akit, scrive Gurcan, meno di un mese fa scriveva di "prodotto dell'industria elettronica in grado di fermare persino le bombe
nucleari". E aggiunge: "La conoscenza dell'autore del rapporto su cosa sia un missile balistico nucleare è su come un Paese possa difendersi contro armamenti nucleari è ovviamente confinata ai film sci-fi che ha guardato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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