"Razzista": la cancel culture contro il Premio Pulitzer Wilson

Edward Osborne Wilson, deceduto lo scorso dicembre, è ora accusato di razzismo dalla rivista Scientific American. Un altro intellettuale finito nel mirino della cancel culture

"Razzista": la cancel culture contro il Premio Pulitzer Wilson

Per chi non lo conoscesse, Edward O. Wilson, morto lo scorso 26 dicembre, è stato un biologo statunitense di fama mondiale. Fondatore della sociobiologia, docente ad Harvard nel 1956, nella sua carriera Wilson ha fatto una serie di importanti scoperte scientifiche, inclusa quella secondo cui le le formiche comunicano principalmente attraverso la trasmissione di sostanze chimiche, i feromoni. Nel 1971 ha pubblicato The Insect Societies, il suo lavoro definitivo sulle formiche e altri insetti. Il libro ha fornito un quadro completo dell'ecologia, della dinamica della popolazione e del comportamento sociale di migliaia di specie. Nel celebre In Human Nature (1978), per il quale ha ricevuto un Premio Pulitzer nel 1979, Wilson ha discusso l'applicazione della sociobiologia all'aggressività umana, alla sessualità e all'etica. Un intellettuale fondamentale, ora preso di mira dai fondamentalisti del politicamente corretto che vorrebbero ridiscutere e rivedere la sua autorevolissima figura.

Wilson accusato di razzismo

A poche settimane dalla sua morte, come riporta Il Foglio, la rivista Scientific American ha pubblicato un articolo piuttosto controverso contestato da numerosi scienziati, nel quale il celebre biologo viene accusato e tacciato di razzismo. Nel suo editoriale, Monica R. McLemore, professoressa associata presso il Dipartimento di infermieristica per la salute della famiglia e studiosa presso l'Advancing New Standards in Reproductive Health all'Università della California, San Francisco, spiega come New Synthesis di Wilson abbia "contribuito alla falsa dicotomia tra natura ed educazione" e lanciato l'idea che le differenze tra gli esseri umani potrebbero essere spiegate dalla genetica, dall'ereditarietà e da altri meccanismi biologici. "Scoprire che Wilson la pensasse in questo modo è stata una grande delusione" osserva McLemore. Il biologo americano, afferma, "era sicuro delle convinzioni problematiche. I suoi predecessori - il matematico Karl Pearson, l'antropologo Francis Galton, Charles Darwin, Gregor Mendel e altri - non erano da meno e pubblicarono anche loro opere e teorie piene di idee razziste sulla distribuzione della salute e delle malattie nelle popolazioni, senza alcuna attenzione al contesto".

Ma la cosa più grave è che questo processo ideologico e mediatico avviene senza che l'interpellato, deceduto lo scorso dicembre, possa quantomeno difendersi dalla nuova inquisizione della correttezza politica. Un fatto grave, a maggior ragione perché le accuse arrivano da una rivista che si considera generalmente scientifica e autorevole. Le idee e le teorie di Wilson possono essere riviste, messe in discussione e rivisitate, ma etichettarlo come "razzista" e gettarlo nella pattumiera nella storia è un abominio tipico della cancel culture.

"Non è razzista credere nelle differenze genetiche"

A smascherare i deliri buonisti della rivista americana ci ha pensato il deputato conservatore Daniel Finkelstein sul The Times, il quale ha sottolineato il fattto che credere nelle differenze genetiche non sia affatto sinonimo di "razzismo" come i progressisti identitari vorrebbero far credere. Nel novembre del 1978, ricorda Finkelstein, una donna si avvicinò al massimo esperto mondiale di formiche e e cominciò a versargli una brocca d'acqua sulla testa. L'episodio accadde durante un incontro dell'American Association for the Advancement of Science, e lo scienziato contestato era proprio Edward O Wilson, che stava per tenere una conferenza sulla sociobiologia, un campo in cui era un pioniere.

"Fu un attacco alla verità, alla libertà di pensiero e allo sforzo scientifico. E l'attacco non è ancora finito. Rimane del lavoro da fare per resistergli" spiega Finkelstein. L'editoriale scomposto di Scientific American ne è la dimostrazione.

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