Il ritorno dell'eroina, morti per overdose triplicati in America

Più pura e meno costosa, ha sostituito del tutto la cocaina perché viene fumata o sniffata. Gli affari d'oro dei cartelli messicani della droga che inondano gli States di morte

Il ritorno dell'eroina, morti per overdose triplicati in America

C’è un’altra America che non si scalda col bicchierino di whisky né con la lotta all’ultimo sangue tra i democratici e i repubblicani per la conquista della Casa Bianca. C’è un’America che muore di overdose da eroina con una frequenza così elevata che non si vedeva da decenni. La Dea, l’agenzia statunitense di contrasto alla droga, lancia l’allarme: in appena quattro anni i morti sono quasi aumentati da poco più di tremila a oltre 10mila (per la precisione 10.574 solo nel 2014) per un dato percentuale, inquietante, che risulta pari al 250%.

Negli Stati Uniti è tornata l’eroina. E ha portato con sé l’aura di morte che, da sempre, circonda quella che è la droga pesante per eccellenza. Sinonimo di degrado, di distruzione e di disperazione, identificata nell’immagine della siringa infilata in vena. Oggi, però, non è più così. Anche l’eroina è cambiata, non è più la “roba” degli sfigati: è diventata “smart” e la sua potenza commerciale è diventata altissima.

L’emergenza riguarda la costa orientale e il Mid West in cui i cartelli messicani hanno letteralmente riversato tonnellate e tonnellate di oppiacei, stravolgendo (e riaprendo) un mercato che ormai sembrava asfittico.

Nel report 2016 dedicato proprio all’emergenza eroina, la Dea analizza e snocciola tutti i motivi che hanno contribuito a riportare in auge il fenomeno che sembrava, ormai, compresso nella nicchia dei consumatori abituali e destinato a morire con essi. I motivi del successo negli Usa sono importantissimi e insidiosissimi. Anche perché fanno da paradigma ai flussi del mercato globale della droga svelando leggi e andamenti che, prima o poi, arriveranno anche in Europa e in Italia.

In primo luogo è cambiato il prodotto: “l’eroina che arriva sul mercato di oggi, a differenza degli anni ’80 e ’90 è più pura, meno tagliata e a fronte di un aumento di principio attivo effettivo i prezzi al dettaglio sono scesi”, scrive la Dea. Ciò consente un cambio radicale nelle modalità di utilizzo di questa droga: “La composizione più pulita dello stupefacente fa in modo che questo possa essere sniffato o fumato. Lo stigma sociale dell’iniezione e della siringa, così, è aggirato. Dei consumatori odierni, la stragrande maggioranza non ha mai preso nemmeno in considerazione l’idea di bucarsi”. Ciò spiega anche la clamorosa flessione della cocaina sul mercato americano che, percepita e riconosciuta nel 2007 come la droga più “minacciosa” per gli Usa, oggi è precipitata persino nella considerazione di assuntori, cittadini e forze dell’ordine all’ultimo posto. In poco meno di dieci anni, l’eroina ha sostituito (quasi) del tutto la polvere bianca.

Merito anche delle strategie criminali dei cartelli della droga. Là dove la minaccia è fortissima, cioé nell’area nord della costa atlantica e negli stati del Mid West, c’è la longa manus degli uomini del cartello di Sinaloa. Mentre sono le gangs ad occuparsi dello spaccio al dettaglio, inondando del loro stesso sangue le strade più violente degli States, i messicani lucrano tantissimo sulle grosse consegne e spedizioni.

Come già la Dea aveva segnalato, in un altro report datato 2015, il mercato dell’eroina è legato alle scelte imprenditoriali e “tattiche” delle più importanti famiglie messicane. E già da tempo è stato individuato il “crinale” dell’eroina rappresentato dal fiume Mississippi. Ad ovest, l’eroina venduta è scura: per lo più il black tar messicano o la polvere scura.

Nell’est, invece, viene smerciata la “roba” che arriva dai mercati dell’Asia meridionale: bianchissima e purissima. E grazie a questa scelta lo spaccio fa affari d’oro e può pensare di (tornare) a stringere le sue spire su una città come New York.

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