Libia, ora l'Italia punta il dito: "Dietro gli scontri c'è Macron"

Matteo Salvini punta il dito contro Parigi: "Dietro gli scontri armati c'è la mano di qualcuno che fissa delle date delle elezioni senza interpellare gli alleati...". E Fico lo segue: "Problema grave lasciato dalla Francia"

Libia, ora l'Italia punta il dito: "Dietro gli scontri c'è Macron"

"Gli scontri armati in Libia? Credo che dietro ci sia qualcuno". Matteo Salvini si dice preoccupato per l'escalation di violenza a Tripoli e punta il dito verso la Francia.

"Nulla succede per caso", ha fatto notare ai giornalisti il ministro dell'Interno dopo aver lasciato Palazzo Chigi per un Consiglio dei ministri in cui si è parlato anche di Libia, "Il mio timore è che qualcuno per motivi economici nazionali metta a rischio la stabilità dell'interno nord Africa e conseguentemente dell'Europa. Spero che il cessate il fuoco arrivi subito". E a chi gli chiede se il riferimento è a Emmanuel Macron, aggiunge: "Penso a qualcuno che è andato a fare una guerra e non doveva farlo, a qualcuno che fissa delle date delle elezioni senza interpellare gli alleati, l'Onu, i libici. Le forzature, le esportazioni di democrazie e la fissazione di date elettorali a prescindere da quel che pensano i cittadini, non hanno mai portato nulla di buono".

"È un problema grave che ci ha lasciato senza dubbio la Francia", gli ha fatto eco in serata Roberto Fico, presidente della Camera e volto storico del Movimento 5 stelle, "C'è una tensione enorme ed è qualcosa di cui l'Europa si deve fare carico assolutamente. Ora siamo sull'orlo di una nuova questione di guerra civile che ci ha lasciato in qualche modo la Francia. E allora dobbiamo parlare con molta intelligenza, analizzando dati, questioni, non polarizzando scontri".

"È innegabile che oggi il Paese si trova in questa situazione perché qualcuno nel 2011 antepose i suoi interessi a quelli dei libici e dell'Europa stessa", ha aggiunto in serata il ministro della Difesa Elisabetta Trenta. Che però spegne le animosità: "Occorre lavorare tutti nella stessa direzione, vale a dire per la cessazione delle ostilità e dunque per avviare quanto prima un processo di pace di cui i libici per primi siano protagonisti. Ora bisogna remare tutti insieme per il bene e la pace del popolo libico".

Restano esclusi interventi militari "perché - dice Salvini - non risolvono nulla". "E questo dovrebbero capirlo anche altri", ha spiegato, "L'Italia deve essere la protagonista della pacificazione del Mediterraneo. Le incursioni di altri che hanno altri interessi economici non devono prevalere sul bene comune che è la pace". Dello stesso avviso la Trenta: "Qualcuno parla di intervento militare in risposta agli scontri che si stanno verificando, non prendo minimamente in considerazione l'argomento.

È compito dei libici proteggere se stessi e trovare un accordo. Il nostro compito, in questa fase, deve essere quello di facilitarne il dialogo, supportandolo anche attraverso il rafforzamento dei corpi dello Stato. Impariamo dalla Storia, sempre"

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