Fra le varie sanzioni da applicare alla Russia di Putin ci sarebbe anche l’esclusione dal sistema di pagamenti Swift. A chierlo a gran voce è il primo ministro britannico Boris Johnson, ma anche il premier ucraino Volodymyr Zelensky sta spingendo in tal senso.
Ma che cos'è il sistema di pagamenti Swift, e perché non tutti si trovano d'accordo con la proposta avanzata da Johnson e Zelensky?
Sistema Swift: così si muovono i pagamenti
Lo Swift è un sistema che appartiene alla Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication (sede in Belgio). Introdotto nel 1977, ha rimpiazzato il vecchio modello Telex. Si tratta, in sostanza, di un codice composto da una stringa alfanumerica dagli 8 agli11 caratteri, che consente di identificare senza alcun dubbio o errore la filiale di ogni banca che aderisce a questo sistema. Impiegato ogni giorno in circa 11mila istituti bancari, è il sistema Swift che rende possibili le operazioni di trasferimento di denaro internazionali, permettendo anche il tracciamento del denaro. Escludere un Paese dal sistema Swif significa, di fatto, escluderlo da tutte le transazioni internazionali, colpendolo dritto nell'economia.
Per molti si tratterebbe della cosiddetta extrema ratio da utilizzare contro Mosca, anche perché le conseguenze potrebbero ripercuotersi sulle stesse banche europee. La Russia, ad esempio, potrebbe rispondere allontanandosi ulteriormente dall'area euro per rivolgersi ancora di più verso la Cina. Potrebbe inoltre scegliere di puntare sul proprio sistema Cips, attuale concorrente di Swift.
L'Europa divisa
Già da ieri molti esperti escludevano questo genere di sanzione nei confronti della Russia, proprio perché i contraccolpi per l'Europa potrebbero essere molto seri.
Se da una parte Boris Johnson, Volodymyr Zelensky ed anche il presidente Usa Joe Biden abbiano minacciato simili sanzioni, pare siano state le stesse banche centrali europee ad opporsi all'esclusione della Russia dal sistema Swift. Le società russe che verrebbero cacciate dal sistema, infatti, potrebbero comunque trovare altri metodi, allontanandosi però dal mercato occidentale, e questo provocherebbe ingenti danni all'Europa, già piegata a causa della crisi economica innescata dalla emergenza sanitaria.
Non bisogna poi dimenticare, che molti dei Paesi occidentali, fra cui anche l'Italia, dipendono dalla Russia per la fornitura di materie prime come da gas e petrolio.
Interrompere i rapporti con Mosca sarebbe disastroso. L'Europa, dunque, deve ben ponderare le proprie azioni. Ad essere contrari all'espulsione della Russia dal sistema Swift, figurano Italia, Francia, Germania e anche Austria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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