"Alcuni soldati hanno preso me e altre due ragazzine e ci hanno portato in una casa. Mi hanno colpito in faccia con un fucile, mi hanno preso a calci sul petto e mi hanno pestato braccia e gambe. Poi sono stata stuprata da tre soldati. Hanno abusato di me per circa due ore e in alcuni momenti sono svenuta", ha raccontato allo staff di Save the Children in Bangladesh, una ragazzina di 16 anni. I soldati le hanno spezzato una costola. "Mi faceva molto male e a stento riuscivo a respirare. Anche ora ho difficoltà respiratorie, ma non sono andata da un medico perché provo troppa vergogna", ha raccontato. La sua è una delle tante storie raccolte nel nuovo rapporto di Save the Children "Gli orrori che non dimenticherò mai".
Donne e bambini bruciati vivi, stupri diffusi e una cisterna piena di corpi senza vita. Sono orrori inimmaginabili che emergono dalle testimonianze strazianti dei bambini Rohingya in fuga dal Myanmar (Birmania). A pochi giorni dalla riunione dei Ministri degli Esteri di Europa, Asia, Australia e Nuova Zelanda, che si terrà lunedì e martedì nella capitale del Myanmar Naypyidaw, l'organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare i bambini e garantire loro un futuro, chiede ai leader di agire immediatamente per fermare le violenze contro le comunità Rohingya.
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