L'Africa fa forza comune contro il terrorismo. Lo jihadismo africano è concreto e impietoso come quello Medio Orientale: Mali, Nigeria, Somalia sono solo alcuni dei Paesi in cui è proliferato e ha trovato terreno fertile l'islamismo. Poi, la ''guerra santa'' si è diffusa colpendo a macchia di leopardo in tutto il continente: Kenya, Tanzania, Uganda, Ciad, Niger, Camerun per citare diverse nazioni dove il fanatismo ha colpito.
Oggi diversi stati hanno deciso di collaborare e unirsi nel contrastare la minaccia e prevenire eventuali azioni sucide, e una delle manovre adottate è stata quella di proibire il velo integrale. Repubblica del Congo, Ciad, Camerun, Niger e notizia delle ultime ore è che anche il Senegal ha deciso di vietare ilniqab.
Il Ministro degli interni Abdoulaye Daouda Diallo ha così spiegato in conferenza stampa il perchè della scelta: ''Non è una questione religiosa, ma di sicurezza nazionale. Noi siamo tutti praticanti dunque non si può prendere una decisione che contrasti l'Islam. Questa misura è fondamentale per combattere la minaccia di un terrorismo che mette in discussione la pacifica convivenza''.
In Senegal, Paese dove l'Islam è professato dal 90% della popolazione e dove la minoranza cristiana è integrata nella società, il governo sta collaborando con Stati Uniti e Francia nella lotta al terrorismo. Da Dakar infatti hanno fatto sapere che le forze di sicurezza e l'intelligence stanno lavorando per contrastare lo jihadismo e il divieto d'indossare il niqab è per prevenire gli attentati.
Boko Haram infatti ha più volte colpito servendosi di
attentatrici suicida nascoste dal velo integrale e in alcuni casi anche i miliziani della setta nigeriana si sono mimetizzati nei luoghi affollati sfruttando la copertura dell'abito, per poi azionare il detonatore indisturbati.
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