Al Shebaab, il gruppo terroristico islamista somalo legato ad al Qaeda, minacciano nuove carneficine in Kenya. Dopo il massacro dell'Università di Garissa dove giovedì scorso hanno ammazzato 150 studenti cristiani, si preparano a sferrare altri attacchi per gettare nel terrore l'intera Africa. Gli Shebaab, che da anni hanno preso di mira il Kenya per l’intervento armato in Somalia delle truppe di Nairobi, hanno avvertito che le città keniote diventeranno "rosse di sangue" e sarà "un guerra lunga e orribile".
Nella Somalia precipitata nel caos e nella guerra civile dopo la caduta del dittatore Siad Barre nel 1991, grazie all'intervento americano e degli alleati occidentali a fianco dei ribelli nell'operazione "Restore Hope", gli al Shabaab ("giovani", in arabo) cominciano a definirsi come organizzazione integralista pochi anni dopo nel corso dell'insurrezione contro le truppe etiopi. Queste ultime erano penetrate in Somalia nel 2006 per rovesciare, sempre con il sostegno degli Stati Uniti, l'Unione dei Tribunali Islamici che aveva preso il controllo della capitale Mogadiscio. Nel 2009 gli al Shabaab hanno siglato l'alleanza con al Qaeda che li ha ufficialmente integrati nella sua rete terroristica all'inizio del 2012. Ciò nonostante, nel 2011 sono stati costretti a ritirarsi da Mogadiscio dai soldati dell'Unione Africana (Amisom) e hanno gradualmente perso tutte le loro roccaforti nel centro e nel sud del Paese. Continuano però a controllare vaste zone rurali, imponendo alle popolazioni locali una rigida interpretazione della Sharia, e da qui partono per spettacolari quanto sanguinosi attentati sia a Mogadiscio sia, dal 2013, anche nel vicino Kenya. Nairobi è, a loro avviso, colpevole di aver lanciato proprio a partire dalla fine del 2011 una campagna militare contro le loro basi nel sud della Somalia. "Nessuna precauzione o misura di sicurezza (che sarà adottata dalle autorità keniote, ndr) sarà in grado di garantire la vostra sicurezza, o sventerà un nuovo attacco o impedirà un bagno di sangue nelle vostre città", si legge in una dichiarazione diffusa dagli Shebaab e rivolta direttamente a tutto il popolo keniota. Il testo del messaggio dei qaedisti somali è una vera e propria dichiarazione di guerra contro tutto il popolo keniota: "Non solo accettate le politiche oppressive del vostro governo ma neanche alzate la voce contro queste posizioni ed anzi rafforzate le scelte dei vostri governanti rieleggendoli. Pertanto sarete voi a pagare il prezzo con il vostro sangue".
È del settembre 2013 il sanguinoso assalto al centro commerciale Westgate a Nairobi (67 morti) ma un numero ancora superiore di vittime (76) gli al Shabaab erano già riusciti ad ottenerlo nel luglio 2010 a Kampala, capitale dell'Uganda, altro Paese finito nel mirino dei fanatici integralisti islamici somali per la sua partecipazione alla missione Amisom. I jihadisti non risparmiano i cristiani perché giudicati colpevoli di non essere musulmani. Proprio oggi, nell'assalto al campus universitario nell'est del Kenya, gli al Shabaab hanno tenuto in ostaggio solo gli studenti cristiani, liberando quelli musulmani.
Attualmente l'organizzazione terroristica può contare su migliaia di guerriglieri (tra i 5 e i 9mila, secondo gli osservatori) e sul sostegno obbligato delle popolazioni rurali, prive di qualsiasi difesa, praticamente abbandonate dal traballante potere centrale e sottoposte a vessazioni di ogni genere dai radicali islamici. Contro di loro sono schierati i militari dell'Unione Africana (22mila uomini) che finora però non hanno spinto la loro offensiva verso l'estremità meridionale della Somalia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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