Dopo gli attacchi di Parigi del 13 novembre, Anonymous ha fatto scattare una campagna contro le forze terroristiche dell'Isis. Proprio nella cyber-campagna contro le bandiere nere, dal gruppo hacker arriva un pesante accusa ad una società della Silicon valley.
Infatti, su uno dei tanti profili twitter degli hacker di Anonymous, è stato pubblicato un post dove si accusa apertamente CloudFlare, start-up che fornisce servizo a quatro milioni di consumatori aiutandoli a proteggersi da attacchi informatici, di proteggere la sicurezza online dei terroristi dello Stato Islamico. Su Twitter si legge: "Ancora una volta CloudFare ha fornito servizi ai siti pro #StatoIslamico. Vergognoso”. E ancora: "Anonymous domanda a CloudFlare di rimuovere la loro protezione. Se non lo farete, provvederemo noi".
Non è la prima volta che la società californiana viene accusata di proteggere terroristi. Nel 2013 si parlava di Al Qaeda e Matthew Prince, co-fondatore di CloudFlare, si difese dicendo: "Un sito web è un discorso. Non è una bomba.
Non crea nessun pericolo imminente e nessun provider ha l’obbligo di monitorare". Questa volta, invece, ha dichiarato di non aver vantaggi a "proteggere" i jihadisti e, nel caso in cui le autorità federali avessero qualche domanda da fare, sarebbe disposto a collaborare.Anonymous demands @CloudFlare to remove their protection for pro #ISIS websites. If you do not, we will do it for you. #OpParis #OpDaesh
— Anonymous (@TheAnonMovement) 19 Novembre 2015
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