Silvia Romano, nessun riferimento sui canali jihadisti ufficiali

Ad oggi nessuna organizzazione terroristica ha rivendicato il rapimento. Il nome di Silvia Romano non compare sui principali canali jihadisti

Silvia Romano, nessun riferimento sui canali jihadisti ufficiali

A quasi una settimana di distanza dal rapimento di Silvia Romano, la volontaria di 23 anni sequestrata nel villaggio di Chakama, in Kenya, né lo Stato islamico né al Qaeda hanno rivendicato l’episodio. Nessuna organizzazione terroristica ha avanzato alcuna richiesta sui canali ufficiali. Postura certamente anomala considerando l'alto valore propagandistico dell'ostaggio e la guerra digitale in corso tra al Qaeda e lo Stato islamico. In base ai dati da noi raccolti, la ragazza non dovrebbe essere nelle mani di al-Shabaab. I rapitori sarebbero di etnia somala, ma non collegati direttamente al gruppo Jaysh al-Ayman di al-Shabaab. Jaysh al-Ayman è l'ala keniota di al Qaeda. Nel momento in cui scriviamo il nome di Silvia Romano non compare sui canali jihadisti che abbiamo consultato.

Silvia Romano, Al Qeada: Nessun riferimento alla volontaria italiana

Al Qaeda

Tre video, un messaggio e diverse rivendicazioni pubblicate sulla rete nel week end sui canali ordinari di al Qaeda. Le parole "Silvia Romano", "Italia" e "volontaria italiana" non risultano nelle pubblicazioni ufficiali di al Qaeda. In queste ore è stato pubblicato un video a firma del gruppo editoriale Hidayah Media Production. Emerge un dettaglio particolare che certamente non esclude la pista jihadista, ma rafforza l'ipotesi dei banditi locali. Sappiamo che Hidayah Media Production è responsabile di tutte le produzioni anti-Is del ramo principale di al Qaeda e delle sue ramificazioni nel mondo. Proprio Hidayah Media Production ha coperto mediaticamente, ad esempio, gli incontri tra al Qaeda e lo Stato islamico nel tentativo di superare le divergenze tra. Incontri non andati a buon fine perché, come ribadito dalle produzioni Hidayah, “lo Stato islamico non annovera funzionari esperti nella conoscenza della Sharia in grado di contrastare le posizioni di al Zawahiri e di tutti gli studiosi di al Qaeda”. Ciò non esclude il coinvolgimento di al Qaeda, ma se la ragazza fosse nelle mani di al-Shabaab il rapimento sarebbe stato ampiamente pubblicizzato per screditare ulteriormente lo Stato islamico.

Al-Shabaab

L'ala keniota affiliata ad al Qaeda prende il nome di Jaysh al-Ayman dal suo leader Maalim Ayman, somalo della contea di Mandera. Jaysh al-Ayman è ritenuto un gruppo di èlite di al-Shabaab con basi nella foresta di Boni, una distesa di boschi nella contea costiera di Lamu, in Kenya e che si estende fino al confine con la Somalia. Il gruppo dovrebbe essersi formato nel 2013 per volontà di Ahmed Abdi Godane, all'epoca emiro di al-Shabaab, terminato il primo settembre del 2014. Al-Shabaab risponde ad al Qaeda, ma possiede l'indipendenza e l’autorità necessaria per rivendicare le sue operazioni emettendo comunicati e video. Al-Shabaab possiede un proprio simbolo che pone sulle produzioni che pubblica periodicamente sulla rete. L'ultima news di al-Shabaab risale a pochi minuti fa per un attentato rivendicato nella città di Galkayo, nel centro della Somalia. 96 ore prima il gruppo jihadista salafita ha rivendicato un attacco nella regione del Basso Scebeli. Le parole “Silvia Romano”, “italiana” e “volontaria italiana” non risultano nelle pubblicazioni ufficiali di al-Shabaab.

Il ruolo di al Qaeda nei confronti di Jaysh al-Ayman

Centralizzare le decisioni e decentrare le esecuzioni

Il ritardo nel video di rivendicazione potrebbe essere determinato dal ramo centrale di al Qaeda? Se così fosse, il rapimento imporrebbe una figura di alto livello a dirigere le operazioni mediatiche in loco. Tuttavia, lo ripetiamo, Jaysh al-Ayman pubblica da cinque anni ed in modo indipendente aggiornamenti e video quasi in tempo reale. La notizia del rapimento darebbe prestigio al gruppo Jaysh al-Ayman nei confronti dello Stato islamico. E' una strada che non si può escludere, ma che presenta molti punti oscuri strategicamente non vantaggiosi per i terroristi. Anche se la struttura organizzativa di al Qaeda ha subito numerosi cambiamenti significativi sin dal suo inizio, l'attuale architettura continua a riflettere la visione strategica dei suoi fondatori. Fin dall'inizio al Qaeda ha adottato un design organizzativo unico, centralizzando le decisioni e decentrando le esecuzioni. Al Qaeda rimane un'organizzazione coerente anche se non perfettamente centralizzata. La leadership di al Qaeda continua ad essere essenziale nel determinare sia la traiettoria dell'organizzazione che la sua direzione strategica. Gli affiliati continuano ad aderire agli obiettivi ed alle strategie delineate dalla leadership dell'organizzazione. Allo stesso tempo, il modello organizzativo flessibile di al Qaeda consente agli affiliati di adattare le loro tattiche alle dinamiche locali. Questo principio organizzativo rimane operativo oggi. Adottando questo principio, al Qaeda è stata in grado di mantenere la coerenza organizzativa e strategica anche di fronte a considerevoli sfide interne ed esterne.

Silvia Romano, Stato islamico: Nessun riferimento sui canali Idra

La nuova architettura mediatica dello Stato islamico è composta dai tre canali Idra: Al-Naba, Amaq News Agency ed Islamic State. Ogni canale Idra ha un diverso pubblico di riferimento ed una differente finestra temporale di azione. Tutte le produzioni dello Stato islamico sono dirette da Central Media Diwan

Ampia copertura su Amaq e sul canale Islamic State delle operazioni che si sono svolte nel week end in Nigeria, Siria, Libia ed Iraq. Amaq News Agency è oggi il principale strumento di propaganda dello Stato islamico. Foto e video in almeno cinque comunicati ufficiali. Le parole “Silvia Romano”, “italiana” e “volontaria italiana” non risultano nelle pubblicazioni ufficiali dello Stato islamico. Non risultano anche sui tre nuovi video di propaganda pubblicati nelle ultime 24 ore. Nella sezione “Le operazioni più importanti dello Stato islamico nelle ultime 30 ore" e nel flusso di notizie in rotazione (aggiornato a questa mattina alle nove) il nome di Silvia Romano non compare. Amaq, la Cnn dello Stato islamico, sarebbe il primo canale a rivendicare il rapimento.

Al-Naba

Sabato scorso, 24 novembre, lo Stato islamico ha pubblicato il 157° numero di al-Naba. La sezione “News dal mondo” inserita come di consueto nella parte finale di ogni numero è stata aggiornata a giovedì scorso 22 novembre. Si menzionano attività in Africa, ma nessun riferimento alla ragazza italiana rapita il venti novembre scorso. Sappiamo che i ritardi delle uscite di al-Naba coincidono esattamente con la diffusione sulla rete di una nuova produzione video, notizie rilevanti per la propaganda o messaggi ufficiali. Al-Naba, infatti, opera anche come vetrina promozionale per tutte le produzioni Is. Quando non disponibili, le uscite di al-Naba sono praticamente calendarizzate dall'agosto del 2015. Se lo Stato islamico avesse la ragazza, il rapimento sarebbe stato ampiamento pubblicizzato sui canali Idra. Un ulteriore indizio potrebbe essere il 158° numero di al-Naba, atteso tra 72 ore circa.

La pista dei criminali locali

Tali dati non escludono la pista jihadista, ma rafforzano quella dei banditi locali. Nei principali canali jihadisti che abbiamo consultato non vi è alcun riferimento alla ragazza. La ragazza potrebbe già essere nelle mani di al Qaeda o dello Stato islamico? Certo, ma se così fosse l'atteggiamento dei jihadisti sarebbe quantomeno anomalo considerando l'alto valore propagandistico del rapimento.

Il terrorismo opera nel campo psicologico ed ideologico alimentando quella necessaria e vitale profondità strategica digitale. L'ipotesi sui criminali locali è molto valida. Non esclude la pista jihadista, ma presenta meno lacune. Proprio il ruolo delle tribù locali amiche sarà determinante.

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