Contrarietà alle sanzioni, accuse a Kiev sulle responsabilità per la crisi alimentare, rassicurazioni sulle forniture di gas: sono stati questi i punti salienti del discorso cheVladimir Putin ha rivolto a Mario Draghi durante la loro conversazione tenuta poche ore fa. Un colloquio però dove non sono emersi, come ammesso dal capo dell'esecutivo italiano, "alcuno spiraglio di pace".
I due si sono sentiti telefonicamente dopo quasi due mesi. E dal presidente russo non sembrano essere arrivate aperture a una fase di dialogo. Le rassicurazioni hanno riguardato la disponibilità a rifornire di gas l'Italia ma, al tempo stesso, sulle preoccupazioni relative alla crisi alimentare, Putin ha puntato il dito contro le sanzioni dell'occidente e l'operato del governo di Kiev.
Il significato politico della telefonata
Si è trattata della seconda telefonata tra i due dall'inizio della guerra, ma la prima da quasi due mesi. L'altra infatti risaliva al 30 marzo, giorno dei negoziati tra delegazioni russe e ucraine a Istanbul. Da allora lungo l'asse tra Roma e Mosca c'è stato solo silenzio. I rapporti tra le parti sono stati molto freddi.
L'Italia è stata tra i Paesi europei ad accettare subito la via dei nuovi pacchetti di sanzioni contro la Russia. I toni diplomatici hanno ben evidenziato da un lato l'indisponibilità italiana ad avere una posizione più morbida verso Mosca, dall'altro l'irritazione russa per una linea di Roma considerata dal Cremlino troppo ancorata a quella degli alleati della Nato.
Negli ultimi giorni però alcune cose sono cambiate. L'Eni a metà maggio ha aperto due conti su Gazprombank, istituto non raggiunto dalle sanzioni, uno dei quali in Rubli. In tal modo il gas è arrivato nel nostro Paese previo pagamento con la moneta russa. Scelta non fatta ad esempio da alcuni Paesi europei, quali Polonia e Finlandia su tutti. Sotto il profilo strettamente politico, da Roma è anche partita una proposta di pace.
Anche se nei giorni scorsi il ministero degli Esteri russo ha dichiarato di non averne preso visione e di non averla ricevuta almeno tramite canali ufficiali, ad ogni modo la mossa della Farnesina è servita per dare modo a Mosca di verificare un coinvolgimento italiano nella vicenda.
I contenuti della telefonata tra Draghi e Putin
È in questo contesto quindi che il presidente del consiglio italiano e il presidente russo si sono sentiti oggi telefonicamente. Il focus della conversazione, come sottolineato da Palazzo Chigi, ha riguardato lo spettro della crisi alimentare. “Il colloquio – si legge in una nota della presidenza del consiglio – si è incentrato sugli sviluppi della situazione in Ucraina e sugli sforzi per trovare una soluzione condivisa alla crisi alimentare in atto e alle sue gravi ripercussioni sui Paesi più poveri del mondo”.
Per il momento da piazza della Colonna non è emerso altro. Dal Cremlino invece è stata riportata la posizione di Putin, il quale ha espresso ancora una volta contrarietà per le sanzioni applicate dall'occidente. “La Russia – si legge in una nota della presidenza russa – è tornata a chiedere la revoca delle sanzioni, affermando che sono state le restrizioni imposte da Ue e Stati Uniti a esacerbare i problemi nel campo della sicurezza alimentare globale.
“Vladimir Putin – prosegue il comunicato – ha sottolineato che la Federazione russa è pronta a dare un contributo significativo al superamento della crisi alimentare attraverso l'esportazione di cereali e fertilizzanti, a condizione che le restrizioni politicamente motivate siano revocate dall'Occidente”.
Per il presidente russo inoltre sarebbero gli ucraini “a ostacolare l'apertura di corridoi umanitari per la partenza "di navi civili" cariche di grano dai porti del Mar d'Azov e del Mar Nero”, come si legge ancora nel comunicato del Cremlino.
Per quanto riguarda i rapporti con l'Italia, Putin ha voluto rassicurare Mario Draghi. “Putin ha confermato che la Russia è determinata a continuare a garantire forniture ininterrotte di gas all'Italia”, ha sottolineato il Cremlino in una nota riportata dall'agenzia Tass.
Il dato di fatto è che tra Roma e Mosca si è tornati almeno a parlare. Ma le posizioni rimangono, com'è del resto prevedibile, molto distanti. Anche perché nella conversazioni non sono emersi cenni relativi a un possibile cessate il fuoco. Al contrario, Putin avrebbe riferito a Draghi che la Russia “è impegnata a riportare la pace nelle città liberate nel Donbass”. Chiaro segnale di come Mosca voglia continuare con la propria operazione definita di liberazione dell'est Ucraina.
"Spiragli di pace? Sinceramente non ne ho visti"
L'impressione è stata confermata dallo stesso Mario Draghi.
A una domanda specifica rivolta al capo dell'esecutivo durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi, l'ex governatore della Bce ha risposto in modo categorico. "Se ho visto spiragli di pace durante la conversazione con Putin? No. Onestamente non ne ho visto nessuno".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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