Le telefonate tra Clinton e Blair: "Putin? Uno serio"

Vladimir Putin "è molto intelligente e serio e ha un potenziale enorme", Lady Diana "era una stella cadente", la candidatura di George W.Bush alla presidenza degli Stati Uniti è "una truffa". 500 pagine di trascrizioni delle conversazioni telefoniche fra l’allora presidente Usa Bill Clinton e Tony Blair

Le telefonate tra Clinton e Blair: "Putin? Uno serio"

Vladimir Putin "è molto intelligente e serio e ha un potenziale enorme", Lady Diana "era una stella cadente", la candidatura di George W.Bush alla presidenza degli Stati Uniti è "una truffa". 500 pagine di trascrizioni delle conversazioni telefoniche fra l’allora presidente Usa Bill Clinton e Tony Blair, all’epoca premier britannico, sono state rese pubbliche dalla Clinton Presidential Library. Il Corriere riporta alcune delle conversazioni tra l'ex numero uno della Casa Bianca e l'ex premier britannico.

Di George W. Bush, che sarebbe diventato presidente dopo di lui, Clinton dice: "È un politico abile ma non è pronto per essere presidente, di sicuro non adesso". È lo stesso Clinton a parlare di "truffa" riguardo alla campagna elettorale di Bush: "Sta facendo credere agli americani che li salverà dall’estrema destra - dice riferendosi allo scontro fra Bush e l’altro candidato repubblicano John McCain - ma è una truffa, perché invece è con loro su tutto. Devo smascherare l’inganno che Bush possa essere il nuovo Clinton, che rinnova il partito repubblicano come io ho fatto con quello democratico".

Blair e Clinton parlano anche di politica estera, di Russia: "Putin (diventato presidente per la prima volta nel 1999) ha un enorme potenziale - dice Clinton - penso sia molto intelligente e serio. Possiamo fare un sacco di cose buone con lui". Ma ci sono conversazioni fra i due anche su Saddam Hussein: è del 1998 l’operazione "Desert Fox" Volpe del deserto, svolta congiuntamente da Usa e Regno Unito. "Gli ho detto di andare da Saddam - dice Clinton riferendosi a un non specificato leader arabo - chiamarlo e dirgli che non ho alcun interesse a ucciderlo o dargli la caccia. Voglio solo che non porti avanti il suo programma sulle armi chimiche e nucleari". E ancora: "Se non fossi costretto dalla stampa , prenderei il telefono e lo chiamerei. Ma non posso farlo - spiega a Blair - e credo non possa farlo neanche tu". Il presidente americano e il premier britannico si telefonano anche all’indomani della morte della principessa Diana, avvenuta il 31 agosto 1997. "È come la caduta di una stella", così Blair definisce Lady D. "Sentirò personalmente la sua mancanza. Era una stella per tutti noi. Non è possibile che andassero a 160 chilometri orari - dice il premier britannico riferendosi allo schianto nel tunnel dell’Alma - conosco Parigi, non dovevano andare così forte".

Infine Clinton domanda se la guardia del corpo della principessa sia viva e Blair racconta la dinamica dell’incidente, l’inseguimento dei paparazzi, e spiega: "L’autista sembra fosse ubriaco. Sono molto preoccupato per i suoi figli - dice il presidente Usa parlando di William e Harry - era una roccia. Il primogenito è come lei in qualche modo, ha i piedi per terra".

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