Se in un primo momento la Casa Bianca aveva seccamente smentito lo scoop del Washington Post, dicendo che era solo una fake news, ci pensa Donald Trump a rovesciare il tavolo, con un repentino quanto sorprendente cambio di linea: "Come presidente volevo condividere con la Russia fatti riguardanti il terrorismo e la sicurezza sui voli di linea, cosa che io ho assolutamente il diritto di fare". Così di fatto Trump, durante quello che definisce "un incontro ufficialmente previsto alla Casa Bianca", conferma di aver messo a disposizione dei propri interlocutori russi alcune informazioni di intelligence.
Nel suo messaggio, scritto su Twitter, il presidente spiega che a spingerlo sono state "ragioni umanitarie", senza aggiungere ulteriori spiegazioni. "Oltre al fatto - conclude il secondo tweet - che voglio che la Russia rafforzi in modo consistente la lotta al terrorismo e lo Stato islamico".
Poco dopo, sempre su Twitter, il presidente sgancia un'altra bombetta: "Dall’inizio del mio insediamento ho chiesto al direttore Comey e ad altri di trovare le gole profonde nella nostra intelligence...". James Comey è il direttore del Fbi licenziato dalla carica il 9 maggio scorso.
Nei suoi tweet Trump fa riferimento al fatto che, come presidente, ha l'autorità di declassificare informazioni segrete a sua discrezione. Anche i media americani, del resto, hanno subito
sottolineato che le azioni di Trump difficilmente possono costituire un illecito. Secondo il Post, però, le informazioni rivelate da Trump - che il giornale non ha diffuso nei contenuti - sono il frutto di un accordo di condivisione di intelligence con un alleato degli Usa che non ha autorizzato il presidente a passare queste informazioni a Mosca. Tanto che l'azione di Trump avrebbe costretto alti funzionari della Casa Bianca ad una serie di telefonate con Cia ed Nsa per cercare di limitare i danni.
Le parole di Trump, tuttavia, smentiscono le smentite che erano arrivate dalla Casa Bianca. In particolare quella del consigliere per la Sicurezza Nazionale, H. R. McMaster, che ai giornalisti aveva affermato in modo categorico che "in nessun momento sono state discusse fonti o metodi di intelligence e nessuna operazione militare che non fosse già nota".
La Russia intanto minimizza, definendo prive di interesse le notizie sul presunto passaggio di informazioni segrete da Trump al ministro Lavrov: "Per noi - ha detto il
portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov - non è un punto significativo, ancora una volta si tratta di sciocchezze e noi non ci occupiamo di sciocchezze". Quindi, ha concluso, "non abbiamo nulla da smentire o da confermare".
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