Uno dei maggiori problemi di Trump è quello di evitare discrepanze rispetto a ciò che hanno detto le persone interrogate da Robert Mueller, il procuratore speciale che indaga sul Russiagate. Se dovessero emergere, infatti, il presidente potrebbe essere accusato di spergiuro e ostacolo alla giustizia, o altri reati federali, con il grave rischio di impeachment. Ecco come si spiega la mossa di Rudolph Giuliani, chiamato a far parte dello staff legale del presidente, che contraddicendo quanto già dichiarato da Trump ha ammesso che il presidente ha rimborsato 130mila dollari al suo legale, Michael Cohen, che li aveva dati alla pornostar Stormy Daniels per non farle rivelare la loro relazione. "Hanno fatto passare il denaro attraverso l'azienda legale, poi il presidente ha rimborsato", ha spiegato Giuliani a Fox News. "Quel denaro - ha aggiunto - fu pagato dal suo avvocato, nello stesso modo in cui avrei fatto io, da fondi della sua compagnia o altri fondi, non importa. Il presidente lo restituì entro un periodo di vari mesi". E chiarisce che non si tratta di una violazione delle regole sulle campagne elettorali, perché non era "denaro di campagna elettorale".
La somma, precisa Giuliani, fu versata a Daniels, il cui vero nome è Stephanie Clifford, prima delle elezioni presidenziali del novembre 2016. Questo farebbe cadere le accuse che il passaggio di denaro avesse violato le leggi sui fondi elettorali, come spesa sostenuta per evitare la pubblicazione di notizie negative sui media. Doco l'intervista in tv Giuliani ha fatto sapere di aver parlato con Trump ed ha sottolineato che il presidente e gli altri avvocati erano a conoscenza di ciò che avrebbe detto. Tutto concordato, dunque, con l'inquilino della Casa Bianca.
Giuliani ha detto al New York Times che è in possesso di documenti che provano il rimborso del denaro ed "eliminano" sul nascere la possibilità di un'incriminazione per "violazione sui fondi elettorali". "Dopo che la campagna è finita, hanno istituito il rimborso, 35mila dollari al mese, dal suo conto familiare personale", ha spiegato Giuliani, aggiungendo che Trump ha dato a Cohen tra 460mila e 470mila dollari con questo metodo di pagamento, per ripagare la somma versata alla donna e per le spese "correlate".
Tutto risolto, dunque, almeno su questo fronte? Il rischio principale è arginato, anche se in precedenza Trump aveva negato di essere a conoscenza dei pagamenti fatti alla pornostar. Già la scorsa settimana, erò, ha ammesso che Cohen su suo mandato aveva siglato un "accordo" con Stormy Daniels.
Bisogna registrare la reazione dell'avvocato di Daniels, Michael Avenatti, che ha criticato il presidente per le sue bugie: "Avevamo previsto mesi fa - ha scritto su Twitter - che sarebbe stato provato che agli americani era stata detta una bugia sul pagamento di 130mila dollari e su ciò che Trump sapeva, quando lo seppe e ciò che fece in proposito". "Ogni americano, a prescindere dalla politica, dovrebbe essere indignato da ciò che abbiamo appreso. Trump... ha apertamente mentito".
Trump conferma: nessun fondo elettorale usato
Con una serie di tweet il presidente fornisce la sua versione dei fatti. "Soldi o contributi della campagna elettorale" non sono stati usati nell'accordo stipulato con Stormy Daniels "per fermare accuse false e ricattatorie". Conferma, quindi, le dichiarazioni rilasciate da Giuliani. "Mr Cohen, un avvocato, aveva un contratto mensile, non con la campagna con cui non aveva niente a che fare, e attraverso questo ha stipulato, con un rimborso, un contratto privato tra due parti, noto come accordo di riservatezza". Trump riconosce che all'attrice sono stati pagati 130mila dollari nell'ambito di questo accordo di riservatezza, uno strumento legale "molto comune tra celebrities e persone ricche", usato "per fermare le false e ricattatorie accuse fatte riguardo ad una relazione". Il presidente conferma poi la piena validità - contestata invece dall'avvocato della pornostar - di questo documento che "verrà usato per far pagare i danni alla signora Clifford (Daniels)" che, afferma il presidente "aveva firmato una lettera dettagliata in cui ammetteva che non vi era mai stata alcuna relazione".
Un nuovo avvocato per Trump: quello che difese Clinton
Il presidente ha allargato la propria squadra di legali dando incarico a Emmet Flood, che anni fa lavorò per difendere Bill Clinton dall’impeachment, sollevata dai repubblicani per aver mentito sotto giuramento sulla sua relazione con Monica Lewinsky. Flood sostituirà Ty Cobb, l’avvocato di punta del presidente nell’ambito delle indagini sul Russiagate.
"Emmet Flood si unirà allo staff della Casa Bianca per rappresentare il presidente e l’amministrazione contro la caccia alle streghe sulla Russia", ha annunciato la portavoce di Trump, Sarah Sanders. "Ty Cobb, che è un amico del presidente e che ha fatto un incredibile lavoro lascerà alla fine del mese", ha aggiunto Sanders.
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