"È un momento assai traumatico per tutti". Tonia Tsitsovits, membro del comitato centrale del partito Syriza, affida al Quotidiano nazionale tutta la frustrazione nei confronti di un premier che ha disatteso le aspettative dei greci: "C’è chi ha pianto, perché ci aspettavamo altre cose. Quello che ha detto in parlamento Tsipras venerdì scorso, era sì un boccone molto amaro, ma lo avrei accettato come compromesso per andare avanti. L’intesa raggiunta lunedì mattina con l’Europa, però, è molto più pesante". Non è l'unica ad aver perso la fiducia in Alexis Tsipras. Mentre da Bruxelles fanno sapere che non ci sono "obiezioni significative al pacchetto di riforme" che dovrà votare il parlamento greco, Tsipras perde per strada anche il viceministro delle Finanze, l’economista Nadia Valavani, che nella lettera di dimissioni ha spiegato di non poter sostenere le dure misure imposte dai creditori a Bruxelles.
Terremoto nei palazzi della politica ateniere. Ben 109 membri del comitato centrale di Syriza su 201 si sono detti contro l’accordo. A questi Tsipras ha replicato sfidandoli a mettere sul piatto nuove proposte: "Se qualcuno ha una soluzione alternativa, me la dica". Quindi, è passato alle minacce: "Senza il vostro sostegno sarà difficile per me restare premier. O stasera siamo uniti, o domani cade il governo di sinistra". Anche all'interno del governo, però, il premier è rimasto sempre più solo. L'accordo ha, infatti, dato il via a una serie di preoccupanti dimissioni. Dopo Varoufakis, che ha lasciato subito dopo la vittoria del "no" al referendum, la Valavani ha deciso di sbattere la porta in faccia al premier. A stretto giro sono arrivate anche le dimissioni del segretario generale del ministero delle Finanze, Manos Manousakis. Nello sbattere la porta e andarsene dal governo, il viceministro ha scritto una lettera di fuoco contro Tsipras: "Lintenzione (del governo di Berlino, ndr) è che l’attuale governo approvi le nuove misure di austerità, solo per cadere in un secondo tempo e essere sostituito da un governo di volenterosi". La Valavani scrive, poi, che la "capitolazione" concordata da Tsipras non consente alcuna prospettiva per una ripresa e che "questa soluzione particolare, che viene eseguita in modo così deprimente, non è una soluzione sostenibile". Il ministro dell’Energia e leader dell’ala radicale di Syriza, Panagiotis Lafazanis, ha invece annunciato che voterà contro: "I greci non hanno votato Syriza perché venga approvato un nuovo programma di misure distruttive per il Paese".
"La Grecia - ha messo in chiaro il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker - ha già ricevuto più finanziamenti internazionali di quanti ne ha avuti tutta l’Europa dal piano Marshall dopo la Seconda guerra mondiale". La Commissione Ue ha proposto l’uso del meccanismo di stabilità finanziario europeo (Efsm) per fornire alla Grecia un prestito ponte da 7 miliardi per far fronte alle esigenze finanziarie immediate a seguito dell’approvaione di alcune riforme. Il finanziamento dovrà essere rimborsato entro tre mesi al massimo attraverso i nuovi finanziamenti che la Grecia riceverà dal fondo europeo salvastati Esm dopo aver concluso l’accordo su un nuovo programma di aiuti. L’Efsm è finanziato attraverso fondi reperiti dalla Commissione Ue sul mercato usando come garanzia il bilancio Ue. Il cammino, però, è tutto in salita. "Alcuni Paesi - ha commentato, allarmato il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis - hanno serie preoccupazioni in merito e dobbiamo superare delle difficoltà politiche".
L'uso dei fondi dovrà, tuttavia, essere approvata dai 28 paesi dell’Ue e non solo dai 19 dell’Eurozona. "Terremo conto delle preoccupazioni dei paesi non euro - ha assicurato Dombrovskis - lavoriamo per tutelarli".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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