Tre sorelle rischiano fino a 15 anni di carcere per aver accoltellato il padre dopo aver subito per anni abusi sessuali e torture atroci. Si tratta di Kristina, Angelina e Maria Khacjaturyan, già note alle cronache internazionali dal 2018, anno in cui si consumò il delitto.
Anni di abusi
I fatti risalgono a circa 2 anni fa. Un uomo di 57 anni, Mikhail Kachaturyan, venne ritrovato con decine di coltellate al corpo in un condominio di Mosca. Ad ucciderlo furono le sue tre figlie che, ascoltate dagli inquirenti, confessarono immediatamente il misfatto: "Lo odiavamo e volevamo che sparisse", ammisero senza remore. Quella sera, il 57enne era rientrato a casa da una clinica psichiatrica e aveva seviziato le giovani ragazze minacciandole con un coltello. Lo aveva fatto per l'ennesima volta. Così come ricorda il Corriere della Sera in articolo, Mikhail era un cocainomane legato alla mafia russa e sovente abusava delle tre sorelle. Ma non è tutto. Ne controllava i movimenti con telecamere di sorveglianza e impediva loro di frequentare la scuola. Come se non bastasse, inoltre, le costringeva a mangiare peli di cane dal pavimento ed altre deplorevoli umiliazioni.
"Ragazze spinte dalla disperazione"
Nel processo che comincerà quest'oggi, 31 luglio, le tre sorelle dovranno rispondere del reato di omicidio premeditato rischiando una pena pari a 15 anni di carcere. "Pensiamo che non avessero altra scelta. Il padre ha spinto le ragazze alla disperazione, tutta la loro vita è stata un inferno continuo. Non possono essere paragonate a persone sane, calme ed equilibrate. Le ragazze hanno svillupato gravi malattie mentali, tra cui la sindrome da abuso e disturbo traumatico da stress. Ciò è stato confermato da tutti gli esami nel caso", ha spiegato uno dei legali.
Attivisti in campo
A favore delle sorelle Kachaturyan si sono schierati numerosi attivisti russi e del panorama internazionale che da anni lottano per l'approvazione di una legge a tutela della vittime di abusi domestici.
Tra le personalità di fama, figurano Ksenia Sobchak, ex candidata alla presidenza, e Serj Tankian, frontman dei System of a Down. "Vivevano una situazione traumatica da molto tempo e temevano non solo per la propria incolumità ma anche per la loro vita. Chiediamo che vengano trattate da vittime", ha spiegato il pool difensivo.
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