Da quando abbiamo visitato Ásotthalom a maggio scorso, documentando la situazione nella cittadina magiara divenuta da due anni crocevia di transito per migliaia di migranti che ogni giorno entrano nell’Eurozona passando per i Balcani nel nostro reportage per IlGiornale.it, è cambiato poco. E così è arrivata la notizia choc della decisione del governo ungherese di costruire un muro lungo 175 km e alto 4 metri per proteggere il confine tra l’Ungheria e la Serbia. Dopo meno di un mese dalla nostra visita abbiamo ricontattato Laszlo Toroskay, il sindaco di Ásotthalom, il primo a lanciare un anno fa sui media ungheresi la proposta della costruzione di una barriera per fermare gli ingressi illegali, che ci racconta come è nata la decisione di costruire il muro.
Quella del muro quindi è stata una sua idea prima che un’idea di Orbán?
“Vivendo ogni giorno questa situazione sono stato io ad avere l’idea della costruzione di una barriera, prendendo ad esempio quelle che sono state costruite tra Bulgaria e Turchia o tra Stati Uniti e Messico. Ho fatto pressione sul governo per la realizzazione di questa barriera, ma solo attraverso i media e non tramite contatti diretti”.
Pensa che il muro possa risolvere davvero il problema?
“La costruzione di una barriera è un provvedimento efficace ma non è la soluzione definitiva. Abbiamo bisogno anche di controlli di polizia, telecamere e sistemi di allarme. Penso che i migranti dovranno d’ora in poi studiare nuove rotte. Questa è l’unica soluzione per l’Ungheria oggi, perché l’Unione Europea si è dimostrata incapace di risolvere il problema. Penso che, sebbene abbia suscitato scandalo in tutto il mondo, questa sia l’unica soluzione plausibile per fermare il traffico di migranti nel nostro Paese e costringerli a trovare altre rotte”.
Il premier serbo, Aleksandar Vucic’, però si è detto “scioccato” riguardo questa decisione.
“I serbi da parte loro, non sono famosi per sedersi al tavolo e discutere le proprie decisioni prima di prenderle. Inoltre, ci sono stati molti casi di arresti per corruzione tra la polizia di frontiera serba. Molti migranti, infatti, hanno riferito che proprio la polizia di Belgrado li avrebbe favoriti nell’attraversare i confini. Questo è testimoniato anche da molti articoli e reportage apparsi sui media ungheresi. Penso che Vucic’ dovrebbe pensare per prima cosa a risolvere questo problema. È al contempo un diritto e un dovere di ogni Stato difendere le proprie frontiere. L’Ungheria non sta chiudendo il confine legale, sta solo impedendo il passaggio illegale. Questa è una differenza importante, non stiamo chiudendo i nostri confini ma solo bloccando gli ingressi illegali”.
Non pensa che, come hanno accusato le Nazioni Unite, l’Unione Europea e molte ONG, questo provvedimento violi il diritto di asilo?
“Gli unici rifugiati reali in Ungheria dovrebbero arrivare dall’Ucraina, che è l’unico Paese confinante in cui è in corso una guerra. Tutti gli altri Stati che confinano con l’Ungheria sono sicuri. Questo significa che molti dei migranti che passano di qui entrano in Ungheria per ragioni economiche e non perché si rifugiano dai conflitti. Questo tipo di immigrati non possiamo ospitarli, non possiamo mantenerli, non possiamo garantirgli un lavoro perché a malapena riusciamo a garantirlo ai nostri cittadini. Chi arriva dalla Siria o dall’Iraq dovrebbe chiedere ospitalità a Paesi come l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi, il Qatar. Questi Paesi sono infinitamente più ricchi dell’Ungheria e dovrebbero accogliere i rifugiati come facemmo noi con i rifugiati della guerra in ex Yugoslavia negli anni ’90”.
State pensando ad una revisione di Schengen?
“Penso che molti Paesi ci stiano pensando: è evidente dal comportamento francese nei confronti dell’Italia. Anche in Germania ed Austria ne stanno discutendo. Questo è il motivo per il quale costruiremo questa barriera: sul piano teorico io sarei contrario, perché credo nell’Europa delle nazioni, in un’Europa senza confini. Ma oggi questa visione dell’Europa è messa a rischio proprio dai flussi migratori, che potrebbero provocare la fine della libera circolazione in Europa”.
Una proposta di un sindaco vicino a Jobbik, raccolta dal governo di Fidesz. Pensa che potrebbero esserci alleanze in futuro?
“Non so se Jobbik e Fidesz saranno alleati in futuro, non spetta a me deciderlo. Per ora saluto questo passo coraggioso del governo ungherese sulla costruzione del muro”.
Pensa che ci sia bisogno di una linea dura anche in Italia sull’immigrazione?
“Certo, anche l’Italia dovrebbe prendere dei provvedimenti seri e coraggiosi per proteggere la propria nazione”.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.