C’è il caso di Mila, la ragazza finita sotto scorta per aver offeso l’Islam sui social network, ci sono le rivolte delle "hijabeuses" per il diritto di indossare il velo in campo, la vicenda dell’islamizzazione di Roubaix, con i separé per le donne nei ristoranti e i giocattoli "halal", senza volto, venduti nei negozi della città, nota soltanto per la celebre gara di biciclette prima di diventatare il simbolo dell’espansione dell’islam radicale in Francia. Senza contare gli episodi più cruenti, come la decapitazione, in una scuola di Conflans-Sainte-Honorine, alle porte di Parigi, del professor Samuel Paty, ad opera del diciottenne islamista ceceno, Abdoullah Anzorov.
Insomma, quello del "separatismo religioso", e islamico in particolar modo, resta un problema irrisolto dall’altra parte delle Alpi. Non c’è da stupirsi, quindi, che il tema sia entrato prepotentemente nella campagna elettorale francese. E che in vista del ballottaggio i due sfidanti, il presidente uscente Emmanuel Macron e la leader del Rassemblement National, Marine Le Pen, si ritrovino a discutere anche di hijab oltre che di crisi energetica, età pensionabile e potere d’acquisto dei francesi. Alla vigilia del voto dello scorso 10 aprile la candidata dell’estrema destra aveva addirittura proposto di multare chi indossa il velo negli spazi pubblici. "È essenziale vietarlo", aveva sottolineato Le Pen, definendolo una "uniforme islamista".
"Non so perché il tema del velo riemerga, - ha detto ancora la leader del RN in una delle sue apparizioni televisive - ma non è l'elemento più urgente. Bisogna vietare i finanziamenti a associazioni islamiste, bisogna vietare i Fratelli Musulmani e il salafismo, bisogna chiudere le moschee dove viene promosso l'Islam radicale". "Il velo – ha rimarcato - è imposto dagli islamisti, che lo utilizzano come uniforme, lo impongono alle donne e quando non lo mettono sono vittime di pressioni e insultate. Non lo tollero, in Francia le donne sono libere".
La replica a distanza del presidente Macron è arrivata ai microfoni di Franceinfo. Il capo dell’Eliseo ha ammesso che in Francia ci sono "quartieri dove le ragazze non vorrebbero portare il velo e appena escono da quei quartieri lo tolgono". "Non dobbiamo essere ingenui", ha osservato Macron, ma, ha precisato che la questione del velo non deve essere una "ossessione". Piuttosto, ha chiarito, è il "sintomo di una tensione che c'è nella società". Nei giorni scorsi, non a caso, il presidente è stato protagonista di uno scambio di battute a favor di telecamera con una ragazza velata a Strasburgo. Dopo essersi accertato che la donna portasse il velo per sua scelta, ha elogiato il fatto che una giovane musulmana con il capo coperto si dichiarasse "femminista". "È la miglior risposta alle sciocchezze che sento in questi giorni", ha commentato con un chiaro riferimento alle proposte della candidata di estrema destra.
Ma il problema dei quartieri "ghetto" dove la legge islamica prevale su quella della Republique è reale in molte città francesi. "Sono impegnato per far sì che i musulmani possano vivere serenamente", ha detto Macron rivolgendosi alla comunità islamica francese, che al primo turno ha votato in massa per il candidato di estrema sinistra Jean-Luc Mélenchon. Salvo poi precisare che "la laicità è il diritto di credere o di non credere, ma è anche il dovere per i credenti di tutte le religioni di rispettare le leggi". In Francia una legge che vieta l’hijab nelle scuole e negli uffici pubblici, del resto, esiste già. "Con me non ci saranno cambiamenti di politica", ha assicurato Macron, non senza stigmatizzare chi "deforma la religione" musulmana. "Non è il caso delle donne che portano il velo", ha però chiarito il presidente.
Macron evidentemente spera di intercettare quanti più voti possibile dal bacino elettorale di Mélenchon, che ha potuto contare su un sostegno massiccio da parte della comunità islamica. Secondo gli ultimi sondaggi, come quello realizzato da BVA per RTL e Orange, la maggior parte di coloro che hanno votato per il candidato dell'estrema sinistra prevede di astenersi al secondo turno, ma circa il 30 per cento degli elettori de La France Insoumise ha già detto che voterà per Macron. Anche la Le Pen è a caccia di voti a sinistra, dove potrebbe far affidamento però soltanto sul 18 per cento dei sostenitori di Mélenchon.
Per ora la candidata del Rassemblement National nelle rilevazioni si ferma al 46 per cento mentre il capo dell'Eliseo è in testa con il 54 per cento delle preferenze. Lo stesso duello cinque anni fa si concluse con la vittoria schiacciante di Macron, che raccolse il 66,1 per cento dei voti, contro il 33,9 per cento di Le Pen.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.