L'exploit di Mélenchon? È anche merito dei musulmani

I musulmani francesi hanno votato in blocco per Jean-Luc Mélenchon. Per il candidato leader della sinistra unita l'endorsement degli imam, anche quelli più radicali

L'exploit di Mélenchon? È anche merito dei musulmani

Il "kingmaker" delle presidenziali francesi sarà il leader della sinistra unita, Jean-Luc Mélenchon. A sancirlo sono i maggiori quotidiani francesi, e pure il Financial Times, che in un analisi del voto all'ombra della Tour Eiffel mette l’accento sul risultato portato a casa dal leader della sinistra unita, che dopo una progressiva rimonta nei sondaggi ha portato a casa il 22 per cento dei consensi. A separarlo dalla seconda classificata, Marine Le Pen, ci sono soltanto una manciata di voti. Ed ora è proprio ai suoi sostenitori che guardano i due candidati al ballottaggio.

Ma chi sono gli elettori di Mélenchon? Il candidato della sinistra estrema – ma "non antisistema e antieuropea", lo incensa anche il leader del Pd, Enrico Letta – è il preferito dei giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni e piace soprattutto ai musulmani. Sono sette su dieci gli elettori di fede islamica che hanno votato per lui lo scorso dieci aprile. A rivelarlo è un sondaggio dell’istituto Ifop commissionato dal quotidiano cattolico francese La Croix Almeno il 69 per cento degli elettori musulmani ha scelto Mélenchon. Un vero e proprio plebiscito, supportato da una serie di endorsement della comunità islamica francese, compresi, sottolinea lo stesso giornale, i suoi segmenti più radicali.

Gli appelli a votare il candidato dell’estrema sinistra, ad esempio, sono arrivati dal seguitissimo account Instagram "Un jour, un hadith", che in italiano suona più o meno come "un hadit al giorno". Tra un post e l’altro sui versetti del Corano, nei giorni scorsi i 140mila follower si sono imbattuti in una serie di messaggi a favore del leader di La France Insoumise. Ad esporsi per Mélenchon è stato anche un gruppo di imam e predicatori che ha invitato "i cittadini francesi di fede musulmana a votare il male minore tra i candidati alle presidenziali", e cioè il leader della sinistra, conformemente ai principi islamici. Per i religiosi, infatti, il politico è il solo ad aver affrontato "la questione della libertà dei musulmani e della difesa dei loro diritti".

In una stagione politica segnata dalla "guerra" al separatismo religioso portata avanti dall’Eliseo, i seguaci di Maometto apprezzano in Mélenchon l’attenzione ai temi sociali, come l’aumento dei salari e del potere d’acquisto o la lotta al precariato, ma soprattutto il candidato di estrema sinistra è quello che ha le posizioni più conformi ai dettami coranici sul velo, la legge sul separatismo, la laicità e la chiusura dei luoghi di culto. Non a caso, fra coloro che si sono esposti per Mélenchon ci sono personalità influenti tra i musulmani francesi, come Vincent Souleymane, Noureddine Aoussat e Hani Ramadan, imam di origine egiziana, nipote del fondatore dei Fratelli Musulmani.

Anche per il Collettivo contro l’Islamofobia in Europa, erede dell’omonimo francese, disciolto nel 2020 con l’accusa di avere legami con i gruppi islamisti, Mélenchon sarebbe il candidato meno "islamofobo". Il voto in massa dei musulmani per Mélenchon è un fallimento delle politiche di integrazione per Vincenzo Sofo, eurodeputato di Fratelli d’Italia e marito di Marion Le Pen, la nipote della sfidante di Macron che in campagna elettorale ha scelto di sostenere Eric Zemmour. "Immigrazione di massa e denatalità avranno un impatto non indifferente in Europa", ha scritto sui social commentando l’exploit di Mélenchon, sostenuto anche dal voto in blocco della comunità musulmana.

Difficile immaginare a chi andrà il voto dei musulmani francesi al ballottaggio.

È probabile che tra il presidente uscente, che ha dichiarato guerra al "separatismo islamista", e la candidata dell’estrema destra che chiede di vietare il velo negli spazi pubblici, gli elettori islamici opteranno per unirsi all’esercito degli astenuti.

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