Dopo le polemiche per l’inefficiente conduzione delle indagini su Hillary Clinton e su Donald Trump, l’Fbi è nuovamente finito nel mirino dei media Usa, stavolta a causa di uno scandalo sessuale. Diversi agenti sono stati infatti accusati di atti contrari al codice etico dell’organo investigativo, in quanto avrebbero preso parte a “festini con prostitute”. Sia il Dipartimento di Giustizia sia la stessa agenzia hanno aperto dei fascicoli sulla vicenda, al fine di valutare l’attendibilità delle accuse avanzate a carico dei membri dell’Fbi.
È stato The Wall Street Journal il primo organo di stampa a denunciare la condotta moralmente discutibile degli esponenti dell’ente investigativo. Secondo il quotidiano, gli agenti partecipanti ai “festini a luci rosse” apparterrebbero al personale impegnato in missioni all’estero, in particolare a quello di stanza in Asia. I funzionari coinvolti nello scandalo farebbero infatti parte del servizio di sicurezza costituito all’interno delle ambasciate americane sparse in tale continente, incaricato di proteggere il personale diplomatico Usa e di collaborare con le Polizie locali nelle indagini antiterrorismo. I party incriminati avrebbero avuto luogo in una decina di città del Sudest asiatico.
All’indomani della pubblicazione dell’inchiesta di The Wall Street Journal, i vertici dell’Fbi hanno subito aperto un fascicolo al fine di accertare la validità delle accuse formulate dal quotidiano. In via cautelare, l’ente investigativo ha disposto il rientro in patria di alcuni suoi funzionari, per il momento coperti da anonimato: “Dopo avere appreso le notizie relative a presunte violazioni del codice etico da parte di membri del nostro personale,” precisa una nota emessa dall’agenzia, “sono stati adottati provvedimenti diretti ad assegnare a mansioni non operative alcuni funzionari attualmente sotto indagine. Tutti i dipendenti dell’Fbi sono tenuti a osservare i più rigorosi standard di correttezza e professionalità. Di conseguenza, ogni accusa a carico dei nostri agenti deve essere soppesata con la massima serietà.” Accertamenti volti a trovare riscontri alle denunce avanzate da The Wall Street Journal sono stati disposti anche dal Dipartimento di Giustizia, dal quale dipende proprio l’Fbi.
Non è la prima volta che membri di agenzie federali impegnati in missioni all’estero vengono accusati di atti moralmente riprovevoli. Nel 2015, ad esempio, il Dipartimento di Giustizia reagì in tempi rapidi, adottando sanzioni che andavano dai due ai dieci giorni di sospensione da ogni incarico, allo scandalo abbattutosi su alcuni esponenti della Drug Enforcement Administration (Dea), l’autorità Usa antinarcotici. Gli agenti, appartenenti ai reparti di stanza in Colombia, erano stati accusati di avere preso parte, nel 2005 e nel 2008, a “festini con prostitute” organizzati dai “signori della droga” del Paese sudamericano.
Secondo il quotidiano britannico Daily Mail, la partecipazione a “party a luci rosse” sarebbe stata, nelle ultime settimane, rimproverata dal dicastero anche a funzionari di altre agenzie statunitensi, tra le quali figurerebbero il Bureau of Alcohol, Tobacco, and Firearms e l’United States Marshals Service.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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