Quel passaggio dell'intervista al New York Times in cui ha parlato della Nato non è andato giù a diversi parlamentari americani, sia di destra che di sinistra. A conferma del fatto che il tycoon ha toccato un tasto esplosivo. Ad una precisa domanda ("se Mosca decidesse di attaccare i paesi baltici valuterebbe una risposta della Nato?") il candidato repubblicano sia pure non in modo diretto ha risposto in questo modo: interverrei solo nel caso in cui i Paesi attaccati avessero fornito un adeguato contributo alla causa comune. Che tradotto dal politichese vuol dire: se pagano e contribuiscono agli sforzi della Nato, hanno diritto ad essere difesi, in caso contrario no.
Quella frase incriminata
"Non voglio dirti quello che farei - risponde Trump al giornalista David E. Sanger - perché non voglio che Putin sappia cosa farei. Ho concrete possibilità di diventare presidente e io non sono come Obama, che ogni volta che invia truppe in Iraq o in qualsiasi altro luogo, tiene una conferenza stampa per annunciarlo". Rimarcata la differenza tra lui e l'attuale inquilino della Casa Bianca, Trump precisa le proprie intenzioni: "Abbiamo molti membri della Nato che non pagano i loro contributi. Sono obbligati a farlo". Dietro insistenza del giornalista Trump ribadisce: "Se hanno adempiuto ai loro doveri (pagare) allora farei intervervenire la Nato in loro difesa". In caso contrario? Non si sbilancia, ma fa capire che il punto gli sta a cuore. Non si possono avere solo diritti e niente doveri.
Il no bipartisan a Trump
La dichiarazione del candidato repubblicano sulla Nato non ha lasciato indifferenti i politici americani. "Dichiarazioni come queste rendono il mondo più pericoloso e gli Stati Uniti meno sicuri" , osserva Lindsey Graham, senatore del South Carolina e membro del Comitato dei servizi armati del Senato. Una presa di posizione netta nei confronti di Trump a margine del congresso di Cleveland. "Posso immaginare come si siano sentiti i nostri alleati della Nato, e in particolare gli Stati baltici, a leggere parole di Trump. Sono sicuro che Putin - ha aggiunto il senatore - sarà un uomo molto felice...".
"Questa è la fine della Nato", sottolinea Robert Hunter, ex ambasciatore statunitense sotto la gestione Clinton. "L'essenza della Nato, più di ogni altro singolo fattore, sta nel fatto che gli Stati Uniti garantiscono la sicurezza degli altri 27 membri".
Un gruppo bipartisan di 39 esperti di sicurezza nazionale, tra i quali l'ex segretario alla Sicurezza nazionale Michael Chertoff e l'ex funzionario del dipartimento di Stato Eliot Cohen, in una lettera parla di "osservazioni incendiarie". Nella missiva si legge che "gli Stati Uniti devono rispettare gli impegni della Nato con tutti gli alleati, tra cui Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania". Kurt Volker, ex ambasciatore americano presso la Nato sotto George W. Bush e Obama, invita tutti alla calma: "Tutti sanno che siamo in campagna elettorale. Non necessariamente Trump deve rivelare adesso quale sarà la politica del governo americano". Che tradotto in parole più semplici significa questo: tra il dire e il fare...
La posizione della Nato
Interviene anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Prima di tutto tiene a far sapere che non interferirà nella campagna elettorale degli Stati uniti.
Al contempo sottolinea che la solidarietà tra i Paesi membri è un valore chiave dell'Alleanza atlantica: "Gli Stati uniti sono sempre stati al fianco dei loro alleati". Lo scorso mese di aprile Stoltenberg aveva già replicato a Trump in questo modo: "L'Europa aiuta gli americani nello sforzo per la Nato".
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