Usa, uomini bianchi all'angolo. I Dem cercano donne e stranieri

In vista delle elezioni di midterm del prossimo 6 novembre, il Partito democratico Usa punta tutto su candidate donne, possibilmente di colore, e sulle minoranze etniche. I "maschi bianchi" sono in minoranza

Usa, uomini bianchi all'angolo. I Dem cercano donne e stranieri

Negli Usa, il Partito democratico punta tutto sulle donne, possibilmente di colore, e sulle minoranze. Una strategia assodata nel tempo, acclarata da un’analisi condotta da Politico che rivela come gli uomini bianchi siano in netta minoranza nel poll di candidati democratici alla Camera dei rappresentanti in vista delle elezioni midterm che si terranno il prossimo 6 novembre. Sono ben 180 le donne candidate alle primarie democratiche di questa tornata elettorale, infrangendo il precedente record che era di 120, secondo il Rutgers’ Center for American Women and Politics. Inoltre, alle primarie partecipano 133 persone di colore e altri 158 candidati che si candidano per la prima volta alla Camera. Se alle elezioni di novembre dovessero prevalere i democratici, il Congresso americano farebbe i conti con una vera e propria ondata di donne e minoranze che modificherebbero radicalmente la composizione del Congresso Usa.

“Maschi bianchi in minoranza”

I numeri analizzati da Politico parlano chiaro. Nei 125 distretti in cui un incumbent democratico lascia l'ufficio o un seggio repubblicano è a rischio, più della metà dei candidati (65) sono donne. Secondo lo stesso Politico, “Il loro successo nelle primarie potrebbe preannunciare un cambiamento importante nel Congresso, che è a maggioranza bianca. E i candidati potrebbero anche segnare l'inizio di una nuova era per la ricostruzione del Partito Democratico, che conta su una nuova tipologia di candidati per riprendersi l’Assemblea”.

"Questi candidati provengono dalla base e sono usciti da reti non politiche e non tradizionali, il che significa che stanno conducendo campagne molto diverse da quelle che abbiamo mai visto fino ad oggi", ha spiegato Martha McKenna, una consulente democratica che un tempo guidava “Emily”, un gruppo femminista che supporta l’aborto. Tra i nomi spiccano quelli di Alexandria Ocasio-Cortez e Ayanna Pressley, entrambe donne di colore, capaci di mettere fuori combattimento politici esperti come Joe Crowley a New York e Mike Capuano nel Massachusetts.

Alexandria Ocasio-Cortez, la nuova star liberal

Mamma portoricana, papà del Bronx. Prima di correre in politica, faceva la barista al Flats Fix di Manhattan. Alexandria Ocasio-Cortez ha lavorato per Bernie Sanders, il senatore del Vermont battuto da Hillary Clinton nel 2016. Si definisce “socialista” ma soprattutto è donna ed è di colore, due aspetti fondamentali sui quali i dem sembrano puntare tutto per ottenere nuovi consensi e consolidare una nuova base da cui ripartire. È lei la nuova star democratica, simbolo di queste elezioni e della strategia del Partito Democratico. Soprattutto, è il candidato perfetto da esibire contro il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, etichettato dai liberal in più di un’occasione come omofobo, reazionario e sessista.

L’analisi di Fukuyama sugli Usa

La strategia del Partito Democratico e della sinistra americana di schierare donne, minoranze e candidati Lgbt è stata spiegata di recente dal politologo Francis Fukuyama in un’analisi pubblicata sull’autorevole Foreign Affairs: “Ora, in molte democrazie, la sinistra si concentra meno sulla creazione di un'ampia uguaglianza economica e più sulla promozione degli interessi di un'ampia varietà di gruppi emarginati, come le minoranze etniche, gli immigrati e i rifugiati, le donne e le persone Lgbt.

Durante l'era della globalizzazione, la maggior parte dei partiti di sinistra ha cambiato la propria strategia. Piuttosto che costruire solidarietà attorno a grandi collettività come la classe lavoratrice o gli sfruttati, ha iniziato a concentrarsi su gruppi sempre più piccoli”.

La base dei consensi non è più quella dei lavoratori, dunque: “Le diminuite ambizioni della sinistra per una riforma socioeconomica su vasta scala convergono con il suo spostamento verso una politica dell'identità multiculturale negli ultimi decenni del XX secolo” spiega Fukuyama. “La sinistra continua a essere definita dalla sua passione per l'uguaglianza, ma il suo programma si è spostato dalla precedente enfasi per la classe lavoratrice alle richieste di un circolo sempre più ampio di minoranze emarginate”. Una strategia precisa, che necessità dell'ossessione per il politicamente corretto imperante negli ambienti liberal americani.
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