Usa, senatore repubblicano invoca un'indagine penale federale contro Pornhub

La “crociata” degli ambienti conservatori contro Pornhub trae spunto dalla pubblicazione su tale sito, avvenuta mesi fa, di un video di abusi su minori

Usa, senatore repubblicano invoca un'indagine penale federale contro Pornhub
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Negli Stati Uniti, gli ambienti conservatori stanno spingendo per una “crociata anti-Pornhub”, sito web su cui è possibile trovare gratuitamente migliaia e migliaia di video erotici. A farsi ultimamente promotore di tale battaglia moralizzatrice è stato un parlamentare del Congresso, il senatore repubblicano del Nebraska Ben Sasse, giunto al punto di sollecitare un’indagine penale federale contro il portale informatico a luci rosse. Il politico ha appunto esortato il segretario alla Giustizia William Barr a mettere sotto inchiesta il sito Internet per “favoreggiamento di tratta di minori”.

Alla base della richiesta di Sasse di un procedimento penale a carico di Pornhub vi è, ricostruisce oggi Dagospia, un video apparso sul sito incriminato mesi fa e che mostrava violenze su minori.

Il filmato in questione, in particolare, immortalava una ragazza quindicenne mentre veniva seviziata. Pur avendo inizialmente reso disponibile tale contenuto ai propri utenti, i responsabili del portale pornografico avrebbero però in seguito, accortisi della natura criminale delle scene contenute nel video, avvertito la polizia. Proprio grazie alla denuncia dei vertici di Pornhub, le forze dell’ordine sarebbero alla fine riuscite a risalire all’autore delle orribili riprese, per poi arrestare il maniaco e liberare la quindicenne da lui rapita e violentata.

Nonostante il prezioso contributo fornito dal sito web alla scoperta del pedofilo, il senatore Sasse e gli ambienti conservatori americani da lui rappresentati hanno immediatamente rinfacciato a Pornhub di avere una responsabilità oggettiva nella vicenda di cronaca, avendo inizialmente offerto agli internauti la visione del filmato contenente immagini degli abusi su quella minorenne.

Di conseguenza, prosegue Dagospia, l’esponente repubblicano ha in questi giorni sollecitato l’amministrazione Trump ad aprire un fascicolo ai danni dell’azienda a luci rosse con l’accusa di favoreggiamento di tratta di minori.

Per ora, il segretario Barr, puntualizza il sito Internet creato da Roberto D’Agostino, non si è piegato alla sollecitazione proveniente dal senatore del Nebraska, così come, ricorda il medesimo organo di informazione, non aveva accolto un’analoga richiesta inviatagli in precedenza da 4 altri politici del Gop.

Alla base della riluttanza del titolare della Giustizia a perseguire Pornhub vi sarebbe il fatto, spiega il sito italiano, che i promotori della “crociata” contro il portale web a luci rosse non avrebbero fornito alle autorità prove valide e imparziali di condotte penalmente rilevanti attribuibili a tale azienda digitale dell’eros. Per il momento, ai funzionari di Barr sarebbero stati infatti consegnati, circa i presunti atti criminali di Pornhub, soltanto “denunce a firma di attivisti anti-porno che basano le loro crociate su studi finanziati da leghe anti-porno”.

Pur potendo godere dell’acquiescenza del segretario alla Giustizia, il portale pornografico americano si difende comunque con forza dagli strali lanciati da Sasse e dal fronte ultraconservatore circa la vicenda della pubblicazione in rete del video della quindicenne seviziata.

Nel dettaglio, l’azienda dell’eros giustifica l’avere inserito quel filmato dalla valenza penale nel suo campionario di contenuti gratuiti, consistenti in finte scene osé girate da attori professionisti o amatoriali, affermando che i propri controlli su ciò che viene reso disponibile agli utenti possono a volte scontare delle falle per via dell’enorme mole di video che Pornhub si trova a gestire quotidianamente.

A tale proposito, Dagospia prova a quantificare il volume impressionante del materiale gratuitamente visualizzabile sul portale informatico a luci rosse: “Pornhub garantisce controlli rigorosi su autenticità e consenso di ciò che vedi nei video ma, dato il volume gigantesco del materiale caricato – come attesta Corey

Price, vicepresidente di Pornhub: il sito ospita 11 petabyte di contenuti, vale a dire 3.666.666.666 minuti di materiale girato, e questa è la stima ferma a ottobre 2019 – tale controllo non può essere esente da crepe”.

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